Colleferro e Sulcis il veleno dei fiumi l’ombra delle armi

C’è un odore che non se ne va, nelle valli di Colleferro e nelle pieghe del Sulcis. È l’odore acre della polvere da sparo, del metallo fuso, dei veleni che scivolano lenti nei fiumi. È l’odore di un’Italia che ha barattato il suo sangue con l’acciaio, la sua terra con le bombe. Colleferro, Lazio, e Sulcis, Sardegna: due terre lontane, unite da un destino comune, incatenate a un secolo di fabbriche d’armi e a fiumi che non scorrono più, ma strisciano, intossicati. Qui, il progresso ha lasciato cicatrici profonde, e il futuro sembra un’eco di promesse mai mantenute. Eppure, in queste valli ferite, c’è chi resiste, chi grida, chi sogna un’altra storia.Colleferro: il Sacco che non dimenticaA Colleferro, il fiume Sacco è un’arteria avvelenata. Lo chiamano “fiume”, ma è più un lamento liquido, un serpente di fango che porta con sé i peccati di un secolo.
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Colleferro, cent’anni di armi e un fiume raccoglie i veleni - La ex Simmel Difesa vicino Roma. Polveriera. A 50 chilometri dalla Capitale sono state prodotte bombe e mine dal 1912. Ora l’industria ha nuova linfa, nella Valle del Sacco devastata da decenni ... (ilfattoquotidiano.it)

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