Così ha agito Bandeh Dal balcone di via Gioia all’irruzione omicida nella villetta liberty

La folle Pasqua di Dawda Bandeh non è iniziata alle 8.38 all’Arco della Pace, ma qualche ora prima. All’alba. Ecco la ricostruzione della domenica del ventottenne gambiano, che, stando alle accuse, ha assassinato il sessantunenne filippino Angelito Acob Manansala, strangolandolo nell’abitazione in cui lavorava come domestico per conto di un cinquantaduenne israeliano, rappresentante di spicco di un’istituzione che si occupa di raccogliere fondi per il suo Paese.Sono da poco passate le 5.30, siamo in uno stabile all’incrocio tra via Gioia e via Cagliero. Due inquilini del sesto piano si svegliano di soprassalto e si accorgono che c’è qualcuno sul balcone che sta cercando di salire ancora, fino al settimo. Chiamano il 112, ma poi aprono la porta-finestra: il gambiano-acrobata entra nell’abitazione e si dirige verso l’uscita senza aggredire la coppia di fidanzati né cercare di portar via nulla.
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