Dall’Azovstal al Parlamento le ambizioni politiche del comandante Gandalf

Ci sono uomini che la guerra forgia, e poi ci sono quelli che la guerra trasforma in simboli. Ilja Samoilenko, per tutti “Gandalf”, è uno di questi. Alto due metri, con una protesi di titanio al posto del braccio sinistro e un occhio artificiale a testimoniare le ferite del 2017, Samoilenko non è solo un ufficiale dell’intelligence della 12ª Brigata delle Forze Speciali Azov, ma un’icona della resistenza ucraina. Il suo nome è legato indissolubilmente all’assedio di Mariupol del 2022, quando, barricato nell’acciaieria Azovstal, ha sfidato l’esercito russo con una determinazione che ha fatto il giro del mondo. Ma oggi, mentre continua a combattere contro Mosca, il suo sguardo sembra puntare oltre il fronte: verso il Parlamento ucraino, dove potrebbe scrivere un nuovo capitolo della sua storia.
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