Il corpo del Papa e la sovranità che non muore
Nel cuore del Vaticano, nella cappella bianca dalle geometrie moderne e spoglie, la salma di Papa Francesco giace composta, sorvegliata da due guardie svizzere in alta uniforme. Indossa i paramenti liturgici rossi del martirio, le mani intrecciate sul rosario. Davanti a lui, un piccolo gruppo di cardinali in preghiera, la luce filtrata dal soffitto come in una cattedrale contemporanea. Non c’è folla, ma arriverà. Non è questo il momento della moltitudine: è il momento del passaggio.L’esposizione del corpo di un pontefice non è mai soltanto un gesto di pietà, ma un atto profondamente politico e antropologico. La morte di un Papa non è la fine di un’esistenza individuale, ma l’interruzione di un potere che, simbolicamente, non può morire. È in questo contesto che si comprende l’eccezionale carica rituale di ciò che sta accadendo.
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