La Chiesa Usa conservatrice prepara lo scontro in Conclave
Forse Jorge Mario Bergoglio non è stato così intimamente sudamericano in nulla come nel rapporto con gli Stati Uniti. Che è parso spesso segnato alla radice dalla diffidenza culturale verso la terra del capitalismo compiuto, quasi un “a priori” negativo che il Francesco gesuita e tecnicamente uomo di mondo non ha mai riservato, ad esempio, a regimi totalitari repressori della fede cristiana (il caso di scuola è la Cina comunista). Se lo scenario “geopolitico” è questo (“The Pope vs America”, sintetizzò brutalmente l’intellettuale britannico Paul Valley su Politico anni fa) si può comprendere meglio la principale faglia di tensione del suo Papato: quella con la Chiesa cattolica americana.Questa annovera al proprio interno una robusta filiera conservatrice, diciamo wojtylian-ratzingeriana, erede delle grandi battaglie contro il totalitarismo ateo sovietico e per l’identità dell’Occidente.
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