Ridare vita a vecchi abiti con aggiunta di una nota pop e kitsch Riccardo Scaburri e Alberto Petillo raccontano Lessico Familiare

Il nome è un chiaro omaggio al titolo del romanzo di Natalia Ginzburg Lessico Famigliare (1963), a cui il collettivo creativo ha deliberatamente tolto una “g”. Il motivo della scelta? Il team vuole compiere un’azione analoga a quella della scrittrice italiana: raccontare, usando gli abiti al posto delle parole, il contemporaneo attraverso memorie del passato. Quelli che all’inizio erano tovaglie, tende e strofinacci oggi sono giubbini in denim, abiti da cocktail e cappe. È un progetto indipendente di slow fashion, che ha scelto di slegarsi dalla stagionalità, dai trend e dalle dinamiche produttive e di trasformare capi preesistenti in collage di ricordi à-porter dove la nostalgia, ma anche la leggerezza e l’ironia divengono i tratti distintivi di una grammatica vestimentaria che fonde sperimentazione e artigianalità.
Ridare vita a vecchi abiti con aggiunta di una nota pop e kitsch Riccardo Scaburri e Alberto Petillo raccontano Lessico Familiare

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