Un bimbo alla Battiloca

BeruschiNon sembra, ma sono già passati 80 anni e in questi giorni se ne parlerà molto della Liberazione: io non avevo ancora 4 anni, ma ricordo tante cose (tanto per confermare i pettegolezzi di quelli che dicono che da piccolo sembravo intelligente). Eravamo in guerra, avevo già un fratellino di due anni e una sorellina di 8 mesi, quindi dovevo assumermi le mie responsabilità di fratello maggiore. Qualche trasgressione me la permettevo: volevo sapere perché quel piccolo aereo chiamato “Pippo” si abbassava e sparava a mitraglia; due signori distinti, sfollati come noi a Paderno Dugnano, mi finanziavano con qualche centesimo, se cantavo una canzone proibita dal regime; perché un aereo, che avevamo visto, aveva sganciato una bomba verso Mombello sul tram che fino a pochi minuti prima aveva riportato da Milano la mia zia Tina; una volta ero uscito di casa sul mio triciclo, nonostante fosse risuonato l’allarme; una cosa bella era mangiare il pane (quello nero, di allora) abbrustolito sulla cucina economica da mio nonno .
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