A Odessa dove sentire che la pace è desiderabile suona come un allarme
Odessa, 23 aprile. C’è un altro modo, il più concreto, di sapere da che parte si sta, e perché. Lunedì, per esempio, qui sono piovuti 26 droni, in vari punti della città, su case civili e sul porto. Ci sono stati vasti incendi. Tre feriti, almeno. E’ durato qualche ora, a cominciare dalla sera, quando ragazze e ragazzi e famiglie erano in giro. Benché gli ucraini abbiano impiegato meglio i loro droni da qualche tempo, nessun odessita stava bombardando le case della Russia. Io stavo dalla parte mia e dei miei, quelli bersagliati. E perché ero lì? Ma proprio per questo. Mi sono reinterrogato su me. Nel 1980 sono andato per la prima volta in una guerra, dopo che nella più orribile ero nato. L’Iraq arabo e sunnita di Saddam contro l’Iran persiano e sciita della appena fondata Repubblica islamica.
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