Amiche dopo gli orrori dei nazisti La nostra vita segnata dalle stragi
Hanno scoperto di avere in comune uno stesso tragico pezzo di Storia, quello dell’orrore della stragi nazifasciste. Entrambe hanno vissuto il dramma della morte dei familiari, ma anche se abitano a pochi km di distanza – Rosanna Tacci a San Casciano e Mirella Lotti a Fabbrica –, fino a qualche anno fa non si erano mai incontrate. Figlie di padri perseguitati e trucidati, una col babbo Dante calzolaio antifascista, carcerato, torturato e condannato per la sua azione sovversiva nei confronti del regime fascista, l’altra orfana di padre Giuliano e nonno Carlo, fucilati nella strage di Pratale.Signora Lotti, dopo tanti anni si è data una spiegazione di quanto successo?"Non so ancora quale possa essere stata la ragione che ha spinto le truppe naziste a catturare e uccidere mio padre, mio nonno e gli altri 10 contadini la sera del 23 luglio 1944, nel bosco di Pratale.
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