È davvero inutile andare a votare per abrogare il Jobs Act Tre casi di licenziamenti senza reintegra

di Alberto Piccinini*Da più parti cominciano ad essere sollevati dubbi sull’utilità dell’abrogazione dell’intero decreto legislativo n. 23 del 2015 (primo degli otto decreti che fanno parte del cosiddetto Jobs Act), e quindi sul voto SÌ al quesito n. 1 dei referendum proposti dalla Cgil su varie norme del diritto del lavoro che incentivano la precarietà e rendono il lavoro meno sicuro, e meno protetto. Il primo referendum, in particolare, riguarda il famoso articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, che per oltre quarant’anni (dal 1970 al 2012) aveva previsto la regola secondo la quale qualunque licenziamento posto in essere da un datore di lavoro che occupa più di 15 dipendenti, se dichiarato illegittimo da un giudice, dovesse dare diritto alla reintegrazione sul posto di lavoro.Questa regola nel 2012 è stata già parzialmente modificata con una riforma dell’art.
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