Festeggiare il 25 aprile con sobrietà non vuol dire nulla proprio per questo dirlo è una mossa vincente

Cosa vuol dire, praticamente, che il 25 aprile – quest’anno – andrà celebrato con sobrietà? Assolutamente nulla. Nella pratica, ribadisco, non cambia niente, le celebrazioni ufficiali non subiranno modifiche, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella manterrà la propria agenda e i cortei previsti in varie città italiane non saranno bloccati. E allora, se nulla cambia, perché chiedere un 25 aprile sobrio è stata comunque una mossa vincente da parte del governo? Provo a spiegarlo in due punti.Il primo: dire una cosa che non ha alcun valore pratico, ma ha – invece – un valore morale, sposta i giochi dal campo dei fatti a quello delle intenzioni: da una parte, c’è chi (giustamente) vuole celebrare il giorno della Liberazione dal regime nazifascista e dunque lamenta l’uscita inappropriata del governo, dall’altra c’è il governo che – di fatto – non solo non ha proibito nulla, ma addirittura non ha apportato alcun cambiamento.
Festeggiare il 25 aprile con sobrietà non vuol dire nulla  proprio per questo dirlo è una mossa vincente

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