Il risveglio e il sapore del latte
NegriNell’estate del 2003, uscito da quaranta giorni di coma e fino a lì nutrito e dissetato come una pianta insabbiata, decisero di provare a rimettermi in moto l’apparato digerente, dandomi qualche goccia di latte dalla bocca. Se ne incaricò - o ne fu incaricata - un’infermiera del Fatebenefratelli della quale non ricordo quasi più nulla, solo una mano che mi teneva la nuca e l’altra che mi dava il latte da una tazza, a piccolissimi sorsi. Ah, il latte! Sarà stato di certo scremato, filtrato o che altra sottrazione di gusto non so dirvi. Ma anche ai minimi termini era pur sempre il primo cibo universale dei mammiferi, da polo a polo. Un cibo non da cena, ma da colazione a Emmaus. Da resurrezione certificata. Dopo quaranta giorni di aspro deserto tornavo alla vita con una sorta di poppata rituale, liturgica.
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