Pignoramenti conti correnti e il motivo razionale delle banche
Pillitteri Mi scrive un lettore molto arrabbiato con la banca cui si era rivolto per aprire un conto corrente. Disponeva già di un altro rapporto con un diverso istituto ma, in seguito a un pignoramento, aveva deciso di aprirne uno nuovo. Tuttavia il funzionario si è rifiutato. Il lettore si sente vittima di un soppruso e mi chiede quale azione può esperire. La risposta è: non si tratta di un soppruso. E c’è ben poco da fare. Le banche, infatti, non hanno alcun obbligo a contrarre. L’apertutra di un conto corrente è un negozio giuridico come gli altri. Ciò non vuol dire che la banca possa respingere un aspirante corentista, per così dire, a capocchia. I rifiuti che non trovano un motivo razionale o, addirittura, rispondono a criteri discriminatori sono senz’altro illegittimi. Ed esiste un vero e proprio obbligo, sancito dalle direttive europee, che impone agli istituti di credito aprire il cosiddetto conto “base” per chi non ne dispone.
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