A trent’anni ancora a casa un fallimento di Stato

In Italia si resta a casa dei genitori fino a trent’anni, come se la giovinezza fosse un contratto a tempo indeterminato. I numeri li mette in fila Lorenzo Ruffino: quattro anni sopra la media europea, peggio di noi solo Croazia, Slovacchia, Grecia e Spagna. Altrove si esce di casa a ventidue anni, qui si tira avanti, ostaggi di stipendi da fame e di un mercato del lavoro che ti fa il favore di assumerti.Tra i venticinque e i ventinove anni si guadagnano in media 1.200 euro netti al mese, tra i trenta e i trentaquattro si arriva a malapena a 1.390. La soglia dei 1.500 euro si supera solo dopo i quaranta, come se fosse un premio per la sopravvivenza. E intanto si vive con mamma e papà, perché trovare un affitto dignitoso con quei soldi significa scegliere tra il letto e il frigorifero.Ma la crudeltà vera sta nei numeri che non cambiano mai.
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