Da Patti al lampredotto Le tante Americhe all’ombra del Cupolone

di Benedetto Ferrara1983. Interno notte. Discoteca fiorentina in borgo degli Albizi. Il rock dj spacca le casse con ’Lust for life’ di Iggy Pop. Tu balli con la grazia di un cammello ubriaco. Lei si muove leggera agitando i capelli biondi. Provi a proseguire un discorso iniziato davanti a un gin tonic. "E come ti chiami di cognome?". "What?". Riprovi con la tua pronuncia da sei meno meno. "What’s your surname?", ". Colgate". Fai il simpatico (si fa per dire). "Ah, come il mio dentifricio". Lei traduce per compassione. "Yes, è di mio nonno". Il gin tonic sale. Ti verrebbe fuori una parola di cinque lettere che non si può dire. Quindi ti limiti a tre: "Wow". E torni a ballare come un cammello ubriaco.Perché ognuno di noi ha la sua America in memoria. Anche quella di istanti precendenti al tuo primo viaggio negli States.
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