La Resistenza è viva perché parla di domani
Quando Enzo Biagi tornò in Rai, dopo l’esilio provocato dall’editto bulgaro, volle dedicare la prima puntata di Rt – Rotocalco Televisivo alla Resistenza di cui era stato protagonista da ragazzo e alle resistenze contemporanee. Era il 22 aprile 2007 e quel programma ci è rimasto nel cuore. Forse perché è stato l’ultimo, peraltro con lo stesso titolo del primo: una delle tante innovazioni che aveva apportato da direttore del telegiornale. Più probabilmente, però, lo abbiamo amato perché ci ha ricordato una grande verità, già all’epoca taciuta: la Resistenza non è mai finita e, soprattutto, non deve finire. La Resistenza è ogni giorno. È Resistenza quella di Roberto Saviano (quella sera suo ospite in studio) contro la criminalità organizzata ed è Resistenza quella dei giovani precari; è Resistenza quella di ragazze e ragazzi che si battono per una scuola e un’università migliori ed è Resistenza quella delle donne contro stupri, violenze e femminicidi; è Resistenza quella di chi chiede un servizio pubblico libero da lobby e partiti ed è Resistenza quella di chi è costretto ad affrontare la malattia nel contesto di una sanità, a sua volta, malata; la Resistenza è il programma politico della Costituzione, per questo è parte essenziale della nostra vita e della nostra quotidianità.
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