Via la cittadinanza ai dissidenti Orbán insiste sulla deriva autoritaria
In Ungheria stanno affinando l’arte del controllo. Non bastavano le leggi contro la stampa libera, le restrizioni alle Ong, il bavaglio alla comunità LGBTQ+. Ora il governo di Viktor Orbán si prepara a colpire il diritto più elementare: la cittadinanza. Non una revoca, che richiederebbe garanzie, ma una “sospensione”, una zona grigia giuridica che priva i cittadini dei loro diritti senza togliergli formalmente lo status. Un’invenzione che il giurista Nagy Boldizsár ha definito “assurda e inapplicabile”. Ma proprio per questo funzionale.Il meccanismo è stato introdotto con il quindicesimo emendamento alla Costituzione ungherese, approvato nell’aprile 2025, e regolato dal disegno di legge T/11414. Si applica esclusivamente ai cittadini ungheresi con doppia nazionalità di un paese extra-Ue o extra-See.
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