Per non diventare fascisti una Liberazione in coro che riflette sulla parola e l’impegno di ognuno

Bergamo. L’importanza della parola declamata e recitata, che da significante rimanda a molteplici significati, che da (terribile) passato si fa (inquietante) presente, ma anche nuovo impegno per il futuro. Una parola multiforme, polifonica, che si fa voce senza farsi parodia è quella protagonista di “Per (non) diventare fascisti, Liberazione in coro”, coro cittadino per la Festa della Liberazione, condotto da Flavio Panteghini, andato in scena venerdì 25 aprile al Teatro di Loreto. Un progetto di Pandemonium Teatro, all’interno dell’iniziativa “Teatro libera tutti!”, che si pone l’obiettivo di narrare le periferie attraverso il protagonismo degli abitanti, per non disperdere la memoria, amplificando i bisogni dell’oggi e le visioni del domani. Abitanti del quartiere che sono stati ancora una volta protagonisti, in questo terzo appuntamento con i Cori Cittadini, che calano il teatro proprio nel luogo in cui viene ospitato, non solo spazio fisico, ma momento di incontro e confronto, oltre che di partecipazione attiva.
Per non diventare fascisti  una Liberazione in coro che riflette sulla parola e l’impegno di ognuno

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