La tecnologia ripaga la scienza | così la ricerca in Ai potrà aiutare a capire la mente umana

Negli ultimi decenni, spesso i ricercatori hanno analizzato caratteristiche umane per simularle in sistemi artificiali, ma poi il favore è stato restituito: ricerche condotte in ambito ingegneristico hanno consentito progressi in fisiologia e in medicina. Presento qualche campione di questo fenomeno e mi interrogo sulla possibilità che anche la recente esplosione della cosiddetta Intelligenza Artificiale Generativa possa svelarci qualcosa su di noi.Il primo esempio di questo scambio, a me noto, risale al 1960 1. I Bell Laboratories erano interessati a riprodurre in una macchina la stereoscopia, cioè la capacità di valutare la profondità a partire dalla coppia di immagini percepita dagli occhi. La domanda, quasi filosofica, era: servono tratti distintivi nella scena (angoli, colori, ecc.) o i dati si organizzano “dal basso”? Per dimostrare che la seconda opzione era giusta, il loro ricercatore Béla Julesz ebbe un’idea: prese un quadrato di puntini bianchi e neri distribuiti a caso; poi ne fece una copia uguale, tranne che per un quadratino centrale, che spostò di lato (vedi la figura).
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