Gli strumenti etnici più famosi
La musica etnica affascina numerosi appassionati con i suoi suoni evocativi, prodotti usando strumenti particolari.
Quando si parla di musica etnica spesso vengono in mente gli strumenti dalle forme più strane capaci di emettere suoni diversi rispetto a quelli reputati ‘classici’. In realtà tra quelli definiti ‘etnici rientrano anche alcuni strumenti che conosciamo molto bene, ad esempio la chitarra in stile flamenco rientra in questa categoria, così come l’arpa celtica. In Italia sono molto diffuse la fisarmonica e la zampogna, ma è possibile classificare come tale anche il mandolino.
In generale si definisce musica ‘etnica’ quella legata al folklore di un popolo, quindi spesso suonata durante festività o cerimonie religiose e che è stata tramandata nel corso di secoli e generazioni. Alcuni strumenti sono partiti dalla tradizione popolare per arrivare nelle grandi orchestre e anche nei generi musicali moderni. Vediamo quali sono gli strumenti etnici più conosciuti al mondo.
Chitarra
Il simbolo di intere generazioni e della musica moderna in realtà si può considerare uno strumento etnico se collegata a determinate tradizioni. Volendo potremmo definire il ‘blues’ la musica del popolo afro-americano nei primi decenni del ventesimo secolo. D’altronde prima di diventare popolare in tutto il mondo e generare il fenomeno del rock and roll, il blues si suonava (e ancora si suona) sul delta del Mississippi, con chitarre che al tempo si suonavano con il cosiddetto ‘bottleneck’ per lo slide.
La chitarra flamenca invece è ancora legata alla tradizione spagnola, nonostante sia comunque esplosa grazie al fenomenale chitarrista Paco De Lucia. I musicisti desiderosi di imparare questo stile di chitarra spesso si recano in Spagna per studiare con i maestri della tradizione, sebbene nel corso degli anni molti chitarristi in tutto il mondo si siano specializzati nel particolare ‘finger picking’ e nelle complesse ritmiche del flamenco.
Arpa celtica
Quando si pensa alla musica irlandese la prima cosa che viene in mente è la magnifica arpa celtica. Probabilmente uno degli strumenti più belli da vedere e più piacevoli da ascoltare, l’arpa è entrata in alcune orchestre di musica classica e contemporanea. A differenza della sua ‘sorella maggiore’, l’arpa celtica si presenta con dimensioni più pratiche e con una particolare forma triangolare. Allo stesso modo al posto dei pedali dispone di chiavi che permettono al musicista di suonare i semitoni della scala.
Come molti strumenti etnici, l’arpa celtica richiede una grande dedizione allo studio della teoria e alla pratica, in quanto tecnicamente si rivela molto difficile da suonare. Questa arpa è da sempre presente nella tradizione folkloristica del Regno Unito, infatti veniva già raffigurata nei racconti di Re Artù e della Tavola Rotonda, dove i cavalieri erano soliti portare con loro un arpa personale, simbolo di potenza.
Sitar
Conosciuto come la ‘chitarra indiana’, il sitar è caratterizzato dalla sua forma lunghissima e dal suo suono alto, dal timbro vibrante ed evocativo. La tecnica del sitar è abbastanza particolare, in quanto si tratta di uno strumento che sfrutta la risonanza, infatti oltre alle sette corde principali, troviamo altre tredici corde ‘simpatiche’, poste sotto a quelle principali. Queste non vengono suonate dal musicista, bensì vibrano in risonanza con le prime sette grazie al mizrab, un particolare anello metallico.
Il sitar ha suscitato un gran fascino nei musicisti rock e pop degli anni ‘60 e ‘70, infatti lo si può trovare in diversi brani famosi degli Yes e dei Beatles. Spesso viene associato anche a luoghi esotici, per questo molti musicisti moderni lo utilizzano per creare stacchi o introduzioni ai loro brani, come ad esempio i Metallica in Wherever I May Roam, brano contenuto nel Black Album.
Fisarmonica
All’estero spesso l’Italia è raffigurata come il paese della pizza e del mandolino, strumento che per anni è stato associato agli immigrati italiani negli Stati Uniti. In realtà il Bel Paese è legato anche ad un altro strumento: la fisarmonica. Caratterizzato da un design particolare e affascinante, la fisarmonica ha origini cinesi, infatti deriva dal ‘tcheng’, un antico strumento che risale a più di 4.000 anni fa.
In Italia arrivò solo verso la fine del diciannovesimo secolo, in particolare a Castelfidardo nelle Marche, dove nacque una vera e propria tradizione della fisarmonica. Lo strumento è capace di produrre un suono brillante, così come tonalità più tristi e riflessive. Nonostante venga spesso associata all’allegria e alla musica popolare, la fisarmonica è probabilmente uno degli strumenti più difficili da suonare in assoluto, in quanto richiede una grande coordinazione e allenamento. Il suo fascino ha conquistato anche compositori classici come Cajkovskij, così come musicisti del calibro di Marcel Azzola, diventando anche simbolo del tango argentino.
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