La lotta alle disuguaglianze e il protagonismo dei ragazzi e delle ragazze devono ora guidare la fase di investimento delle risorse
“Le dichiarazioni del ministro Bianchi al termine della prima riunione della Cabina di Regia sul PNRR segnano un importante passo in avanti sugli investimenti in tema di diritto all’educazione. È necessario fare in modo che queste risorse servano a colmare le gravi disuguaglianze sociali ed educative che compromettono il futuro di bambini e adolescenti. Sarà quindi necessario garantire che questi investimenti arrivino in quei territori dove si riscontrano le più gravi condizioni di povertà educativa e materiale, scongiurando il rischio di tagliare fuori quei comuni o quelle scuole dove vi sono meno capacità di accesso alle risorse” ha affermato Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, commentando le parole del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi.
Secondo Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro, nonostante gli effetti positivi della frequenza ai servizi educativi per la prima infanzia siano ampiamente dimostrati, la copertura di questi stessi servizi in Italia, resta ancora limitata. Ad oggi, infatti, soltanto il 13.2% dei bambini ha accesso a nidi dell’infanzia e a servizi integrativi a titolarità pubblica, gestiti quindi direttamente dai Comuni o dati in gestione a terzi, e in alcune regioni, tali servizi sono quasi inesistenti. La mancanza di offerta pubblica, sottolinea Save the Children, penalizza in particolare i bambini che provengono da famiglie più svantaggiate dal punto di vista socioeconomico.
“Per costruire un percorso che produca un effettivo cambiamento, è inoltre fondamentale creare spazi di protagonismo sulle scelte di investimento che coinvolgano le comunità locali e prima di tutto ragazzi e ragazze. Quando si parla di mense, palestre e altre opportunità che li riguardano direttamente, è fondamentale che gli stessi adolescenti siano ascoltati e resi partecipi delle scelte. I ragazzi e le ragazze sono rimasti pressoché invisibili nelle scelte pubbliche durante la pandemia: è fondamentale che in questa fase di ricostruzione sia ridato loro il ruolo di protagonisti” ha sottolineato Raffaela Milano.
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