Covid : Omicron fa meno paura, ma rischio variante più feroce in autunno
“Sappiamo sia dagli esperimenti sulle cellule in provetta che dagli esperimenti sugli animali che Omicron è meno in grado di infettare il polmone profondo. Diciamo che è molto brava a colpire il sistema respiratorio superiore, ma è zoppa quando si tratta di attaccare il polmone". Così, in un'intervista a Repubblica, l'immunologo della Emory University, Guido Silvestri, che avverte:
"Il rischio più grande è che scappi una variante che mantenga l'aggressività infettiva di Omicron, ma riacquisti anche la capacità di danneggiare il polmone di Delta. Spero che non accada mai, ma dobbiamo essere preparati. E il modo migliore è insistere sui vaccini".
Secondo l'esperto, «la più grande follia che possiamo fare è pensare che il Covid se ne sia andato, perché con l'estate i casi calano nei Paesi occidentali, la società riapre e le persone smettono di vaccinarsi. Poi ad ottobre o novembre arriva una variante più brutta, magari dalla Thailandia, dal Madagascar o dall'Argentina, e ci scoprono tutti.
Per quanto riguarda il futuro, «uno scenario possibile è che ogni anno, intorno a giugno o luglio, si faccia un inventario, dove circola il virus, quali sono le varianti. Gli opportuni vaccini RNA vengono realizzati rapidamente con produzione di massa, quindi in ottobre e novembre viene effettuata la campagna di inoculazione, in modo che l'inverno sia trascorso con il numero massimo di anticorpi. Sei protetto fino ad aprile o maggio, e poi arriva l'estate, che è più tranquilla.”
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