Covid-19 : Rimane alta l'attenzione ma la discesa c'è

Il monitoraggio settimanale dell'Iss stamattina in cabina di regia, certifica che l'incidenza settimanale dei casi ogni 100mila abitanti scende ancora da 776 a 717 mentre l'RT da 1,15 passa a 1, livello al di sotto del quale i contagi tendono a diminuire. Il tasso di occupazione dei posti letto rimane sostanzialmente stabile, passando dal 4,7% al 4,2% nei reparti di terapia intensiva e dal 15,2 al 15,6% nei reparti medici. Resta da capire come con appena 420 ricoverati in terapia intensiva si continuino a contare in media 150 decessi al giorno. 

Sia il virologo Fabrizio Pregliasco che il biologo Andrea Crisanti spiegano che spesso i decessi si verificano nei reparti normali perché la situazione clinica dei pazienti, quasi sempre ultraottantenni e con patologie più pregresse, precipita rapidamente. Una realtà che forse dovrebbe essere percepita meglio dal resto della popolazione sana, che sembra aver rinunciato alla presa su vaccini e comportamenti, ignorando così il fatto che espongono i fragili e gli anziani a maggiori rischi. Forse appartenenti alla cerchia dei propri cari, per i quali Omicron può avere ancora conseguenze fatali ancor prima che sia possibile intervenire con antivirali o monoclonali. 

covid rimane

Negli ultimi 7 giorni si registra un lento calo dei contagi da Covid (-6,5%) mentre i ricoveri ordinari sono stabili (-0,4%) e quelli in terapia intensiva (-1,7%), i decessi sono in calo (-11,4%). Ma alla vigilia delle vacanze di Pasqua, se da un lato tutti gli indicatori certificano una fase di plateau, la circolazione del virus resta ancora altissima: oltre 1,2 milioni di positivi, oltre 60mila casi al giorno e un tasso di positività ai tamponi antigenici 15,5%. Questo a proposito di medie, perché poi la situazione varia molto da una zona all'altra del Paese. 

Nella settimana dal 6 al 12 aprile, rispetto ai 7 giorni precedenti, in 30 Province si registra infatti un aumento percentuale dei nuovi casi di Covid-19. L'incidenza supera i 500 casi ogni 100.000 abitanti in 94 province, di cui 7 con oltre 1.000 casi ogni 100.000 abitanti: Avellino (1.153), Teramo (1.108), Ascoli Piceno (1.108), Chieti (1.052), Bari (1.028), Massa Carrara (1.012) e Catanzaro (1.002). "A livello provinciale c'è un agglomerato di province limitrofe con un andamento crescente", osserva il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo `M. Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). 

Le province coinvolte sono Aosta, Biella, Vercelli, Cuneo e Torino. "La posizione geografica delle province del cluster suggerisce l'influenza dei flussi di persone oltre confine con la Francia, analogamente a quanto accaduto nel nordest nel novembre 2021", osserva l'esperto. "I dati sul sequenziamento - aggiunge - sono necessari per capire se questi incrementi all'interno del cluster di province si spiegano con la diffusione di una nuova variante". 

Per quanto riguarda le regioni, “l'analisi delle differenze settimanali nell'incidenza dei positivi ai test molecolari e antigenici indica che in 13 regioni si registra una tendenza al ribasso; Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Liguria e provincia autonoma di Trento sono in stasi, mentre in Emilia Romagna, Piemonte e Valle d'Aosta si registra un trend di crescita. La crescita - conclude Sebastiani - è rallentata in Emilia Romagna, lineare in Piemonte e ha subito una recente accelerazione in Valle d'Aosta.

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