Come l’umidità influisce sul calore percepito in estate?

L’estate è la stagione più calda dell’anno, e ce ne stiamo accorgendo quest’anno come mai prima d’ora. Se le temperature di per sé sono già elevate, la percezione del caldo può risultare ancora più difficile da sopportare per colpa dell’umidità. Queste due variabili – la temperatura e l’umidità – devono essere tenute monitorate negli spazi chiusi, e a maggior ragione negli ambienti di lavoro, allo scopo di tutelare la salute dei lavoratori. L’impiego dei sensori di umidità e temperatura serve proprio a questo, ma non solo: con il caldo è fondamentale tenere sotto controllo anche i macchinari. Questi, infatti, in caso di surriscaldamento possono vedere compromesse le proprie prestazioni o addirittura guastarsi, con un danno economico facile da immaginare.

Che rapporto c’è tra il caldo e l’umidità

Ma perché si dice sempre che l’umidità contribuisca a far sentire il caldo ancora più opprimente di quanto dovrebbe essere? La colpa è di una presenza eccessiva di vapore acqueo nell’aria, a causa della quale si impedisce l’evaporazione del sudore, che – come noto – è uno dei meccanismi più importanti alla base della termoregolazione. Di conseguenza, alti livelli di umidità fanno sì che il disagio causato dal caldo, aumenti, con la temperatura che viene percepita che è più alta di quella reale. Si può misurare il tutto con un igrostato, per capire se il tasso di umidità è eccessivo o no.

Come ottenere condizioni ambientali ideali

come l’umidità

Qualora dal responso di un sensore igrometrico si dovesse intuire che il livello di umidità all’interno di un ambiente è troppo elevato, si può ricorrere a sistemi di deumidificazione da integrare negli impianti radianti, grazie a cui è possibile beneficiare di un clima confortevole e salubre, in modo particolare in contesti di lavoro in cui è fondamentale riuscire a mantenere un alto livello di concentrazione. Esistono sia i deumidificatori che i declimatizzatori, adatti ai sistemi radianti a parete, a soffitto e a pavimento; i primi servono a diminuire l’umidità relativa dell’aria, mentre i secondi sono dotati di uno scambiatore di calore grazie a cui l’aria deumidificata può essere raffrescata in misura notevole. Così il sistema radiante viene aiutato a mantenere la temperatura voluta anche nell’ipotesi in cui si dovesse verificare un incremento consistente del carico termico estivo.

Come funziona un igrostato

Un igrostato, chiamato anche igrometro, è un dispositivo che serve a misurare il tasso di umidità relativa dell’aria in quanto rapporto percentuale tra il valore di umidità assoluta e il valore di umidità massima che può essere registrato per le specifiche condizioni di pressione e di temperatura. Nel caso in cui il dispositivo sia in grado di misurare sia l’umidità relativa che la temperatura, si ha a che fare con un termoigrometro: tale strumento viene utilizzato, per esempio, nelle stazioni meteorologiche.

Gli igrometri elettronici

Gli igrometri elettronici funzionano grazie a sensori a stato solido i cui parametri elettrici variano in maniera proporzionale al tasso di umidità relativa che misurano. Si tratta di strumenti che garantiscono un livello di accuratezza molto elevato. In alternativa si può fare riferimento agli igrometri a bulbo liquido, il cui funzionamento è correlato alla riduzione di temperatura causata dall’evaporazione dell’acqua. Il termometro consiste in un bulbo umido, e misura la temperatura; c’è poi un altro termometro, rappresentato da un bulbo secco, che misura la temperatura ambiente reale. Così, dalla relazione fra le due temperature si può ottenere l’umidità relativa dell’aria.

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