Il piccolo Tommaso D'Agostino travolto e ucciso da un'auto davanti all'asilo

Tra conferme e non sulle prime ipotesi di accusa, la Procura della Repubblica ha inoltrato nei giorni scorsi cinque avvisi di garanzia per chiarire la morte, avvenuta lo scorso maggio, del piccolo Tommaso D'Agostino, all'interno del manicomio 1 maggio a Pile (L'Aquila) dove solo per miracolo non si verificò una tragedia di proporzioni maggiori che avrebbe potuto coinvolgere altri cinque bambini

piccolo tommaso

Tutti finiti sotto una Volkwagen Passat station wagon lasciata incustodita dalla donna scesa a prendere due figlie iscritte all'asilo. Incidente che ha portato a ricoveri e traumi anche psicologici per i più piccoli. Contrariamente a quanto ipotizzato, il Pubblico Ministero incaricato del fascicolo Stefano Gallo con il coordinamento del Procuratore capo, Michele Renzo, ha deciso di procedere all'invio degli avvisi individuali di garanzia e contestualmente avviare gli interrogatori dei cinque indagati (il sesto, ovvero il conducente dell'auto, assistito dall'avvocato Francesco Valentini, in questa fase viene accantonato perché già sentito) per dare loro la possibilità non solo di controbattere, ma anche di eventualmente citare altre figure responsabili a vario titolo del grave incidente avvenuto all'interno del plesso scolastico.

Lavoro investigativo molto complesso, frutto di sopralluoghi e visione incrociata delle carte per la verifica con le severe leggi sulla sicurezza. Le indiscrezioni sembrano confermare una parte dei nomi inizialmente indicati dall'esperto del Pm: la dirigente scolastica Monia Lai, la responsabile del servizio di prevenzione e protezione dello stesso istituto comprensivo, l'ingegner Bruno Martini e il datore di lavoro, Lucio Luzzetti. 

Ai tre si aggiungono altri due dirigenti comunali nel ruolo di Rup e dirigente del settore lavori pubblici nel periodo preso in esame dalla procura, al momento non noto. Maurizio Ardingo (citato nella consulenza) non è tra gli indagati in qualità di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione del Comune. 

Si indaga sull'omessa valutazione dei rischi all'interno del plesso scolastico e sulla recinzione metallica non idonea a proteggere i bambini da un possibile incidente. In particolare, il dirigente non ha esaminato attentamente il documento sui rischi, compreso quello di un possibile investimento, pur essendo a conoscenza dell'utilizzo del parcheggio e del transito dei veicoli in genere. Martini è contestato della stessa censura, mentre Luzzetti (datore di lavoro dell'asilo comunale) è accusato di non aver provveduto ad installare un'adeguata segnaletica. Bisognerà attendere la fine degli interrogatori per avere un quadro più preciso delle responsabilità per la morte del piccolo D'Agostino.