O mi libero o muoio : l'incredibile storia di una dottoressa di 44 anni vittima di un tentativo di violenza a Milano
Una tragica vicenda si è svolta il 10 maggio scorso a Milano, in via Washington, quando una dottoressa di 44 anni è stata attaccata dopo il suo turno in ospedale. In un'intervista emozionante al programma Rai "La vita in diretta", la donna ha raccontato i momenti drammatici che ha vissuto. Con gli occhi tumefatti, ha ripercorso gli istanti di un'esperienza agghiacciante.
L'incubo ha avuto inizio quando un uomo è entrato nella casa della dottoressa, approfittando della porta non chiusa a chiave. Senza motivo apparente, l'aggressore l'ha attaccata e picchiata, infliggendole ferite terribili. Nonostante il pericolo imminente, la donna è riuscita a liberarsi dandogli un pugno nelle parti intime, fino a quando un vicino di 94 anni, udendo le sue urla di aiuto, è accorso in suo soccorso armato di scacciacani. Spaventato dalla presunta arma, l'aggressore si è rifugiato in una stanza, fino all'arrivo dei carabinieri.
"Ogni mattina, quando mi guardo allo specchio, vedo questi occhi viola, gonfi di sangue, e mi rendo conto di quanto sia fortunata ad essere ancora qui, viva", ha dichiarato la vittima con voce ferma. "Lui non parlava, mi colpiva senza pietà. Pensavo di non farcela, pensavo di morire in quel luogo". La dottoressa ha confessato di non aver chiuso la porta di casa pensando che fosse sufficiente "entrare solo per un attimo, cosa potrebbe mai succedere?". Tuttavia, in un attimo, la sua vita è stata sconvolta da un'intrusione violenta. "Ci si sente al sicuro e tranquilli, ma la realtà può essere molto diversa", ha affermato con sconcerto la vittima.
All'improvviso, un uomo è comparso all'interno della sua abitazione. Ha chiuso la porta alle spalle e ha iniziato a perpetrare la violenza. "Ho visto un individuo che vorrei cancellare per sempre dalla mia mente. Non parlava, emetteva solo grugniti. Non era interessato a derubarmi, il suo unico scopo era farmi del male. Mi ha spinta, mi ha dato calci in testa e io cercavo di difendermi coprendo il viso con le mani. Probabilmente voleva farmi svenire. Mi trovavo accovacciata, sdraiata a terra, eppure ho lottato con tutte le mie forze. A un certo punto, si è gettato su di me. Ed è proprio in quel momento che ho deciso: questa persona non avrà mai il sopravvento, non mi toccherà, non mi violenterà.