Giocare ai videogiochi fa bene a tutta la famiglia

Horizon Psytech, punto di riferimento nella psicologia applicata ai videogiochi, spiega in che modo gli “sparatutto” come Splatoon 3 e l’attività di gioco online con amici e parenti siano fonte di molteplici benefici soprattutto per i più piccoli. Un utilizzo consapevole delle sessioni di gioco sulle console Nintendo Switch, da sempre pensate per le famiglie, è infatti utile ad allenare e migliorare le capacità visuo-spaziali, la flessibilità cognitiva e il multitasking.

 Dal 1993 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata Internazionale della Famiglia, una ricorrenza fissata al 15 maggio con lo scopo di diffondere maggiore consapevolezza su quei processi sociali, economici, demografici e tecnologici che interessano le famiglie in tutto il mondo. Nintendo, colosso nipponico dell’intrattenimento videoludico, ha da sempre rivolto una particolare attenzione alla sfera famigliare, sia essa di qualsiasi forma o dimensione, cercando di offrire un prodotto e un servizio che potesse contribuire allo sviluppo di un clima positivo, di condivisione e di crescita.
giocare videogiochi

Proprio per questo, Nintendo Switch Online è stato costruito basandosi su linee guida di sicurezza che considerano un’utenza costituita da minori, con l’obiettivo di  consentire ai bambini di beneficiare di un’esperienza di gioco autonoma e incolume. Garantire un ambiente sicuro rappresenta infatti una priorità per Nintendo che, per questo motivo, ha lavorato per permettere ai genitori di lasciar giocare i propri figli in libertà. Questo è possibile anche grazie al fatto che alcune funzioni di comunicazione sono disponibili solo agli utenti che si sono registrati nelle proprie liste amici.

Inoltre, la chat vocale può essere utilizzata unicamente dai membri Nintendo Switch Online di età pari o superiore a 13 anni. Prendendo come esempio questo servizio, gli esperti di Horizon Psytech, società che lavora nel settore della psicologia digitale e che si occupa in particolare di formazione ed educazione a riguardo, hanno evidenziato alcuni consigli utili a ridurre ulteriormente eventuali rischi che è possibile incontrare giocando in rete per garantire una maggiore serenità ai genitori:

• Conoscenza attiva: è importante per ogni genitore conoscere il sistema PEGI, un sistema di classificazione dei videogiochi, basato su colori e simboli, che permette di conoscere il contenuto del videogioco prima dell’acquisto, consentendo così di valutare se questi possano essere adatti all’età dei ragazzi.• Parental Control: in NSO è prevista la possibilità di creare un “account bambini” e/o attivare un sistema di parental control (filtro famiglia) per monitorare l’attività sulla console, impostare un tempo massimo di utilizzo e impedire l’acquisto di contenuti senza supervisione.• Media Education: il buon utilizzo dello strumento si basa su una buona educazione ai videogiochi. È quindi importante che il bambino sia parte attiva del processo educativo: dovrebbe essere a conoscenza degli eventuali fattori di rischio a cui è parzialmente esposto e dovrebbero essergli fornite linee guida di comportamento, soprattutto per quanto riguarda i limiti di utilizzo.• Modelli comportamentali: Il tipo di relazione che un genitore propone a un ragazzo è predittivo della conflittualità che potrà svilupparsi rispetto al tema. Anche la pratica videoludica può rappresentare un momento di socializzazione: condividere un videogioco retrò presente nel catalogo NSO con altri membri della famiglia, ad esempio, può essere un valido momento di partecipazione alla vita famigliare e offre al bambino modelli comportamentali positivi di utilizzo del videogioco, che potrà riprodurre in autonomia.• Il gruppo famiglia: è possibile acquistare un’iscrizione familiare grazie alla quale tutti i membri di una famiglia con un account personale sulla console possono avere i vantaggi che offre NSO. Per acquistare un’iscrizione familiare è necessario usare l’account Nintendo di un genitore, così da strutturare un ambiente orientato alla trasparenza e alla condivisione.Nintendo Switch Online è un servizio in abbonamento che dà la possibilità a tutti gli utenti iscritti di usufruire di una serie di vantaggi quali l’accesso a un vasto catalogo di classici che hanno fatto la storia di Nintendo in continua espansione, l’archiviazione in Cloud per i titoli compatibili dei dati di salvataggio, la connettività con l’app “Nintendo Switch Online” per i dispositivi Android e iOS e, ancora, la possibilità di accedere a offerte esclusive e di giocare online con amici a distanza. Soprattutto per quest’ultima caratteristica, NSO si trasforma in un servizio che risulta indispensabile per trarre il massimo del divertimento dai titoli più iconici e distintivi disponibili solo su Nintendo Switch come Splatoon 3: lo spassoso videogioco sparatutto che permette di inchiostrare i rivali in colorate battaglie online.Proprio su Splatoon 3, gli esperti di Horizon Psytech hanno realizzato un approfondimento con lo scopo di illustrare i benefici che un utilizzo controllato dei videogiochi del tipo “sparatutto” può avere sui bambini: “Splatoon 3, pur rientrando nella categoria di giochi sparatutto, comprende delle dinamiche che attenuano fortemente l’impatto dei propri contenuti, in linea con l’utenza di bambini (PEGI 7 – adatto ad un pubblico dai 7 anni in su) cui è dedicato. Ad esempio, il mondo di gioco è presentato in formato cartone animato, non si sparano proiettili, ma vernice e non è possibile morire o ferire gli altri giocatori. Pur comprendendo una dinamica a squadre competitiva, è molto orientato al lavoro di squadra”.In generale, scrivono gli esperti, i videogiochi appartenenti alla categoria “Sparatutto” sono comunemente noti per la diretta associazione a rappresentazioni virtuali di contesti o comportamenti violenti. La ricerca scientifica ha tuttavia dimostrato che non sono i videogiochi la causa di comportamenti aggressivi (Greenfield, D.N., 2018). Studi recenti, hanno inoltre aggiunto che giocare ai videogiochi porterebbe, anzi, a un ispessimento a lungo termine della corteccia cerebrale nelle regioni somatosensoriali, paraippocampali e nel lobulo parietale superiore (Momi, D., et al., 2018).  Queste aree sono notoriamente interessate nel processamento della conoscenza spaziale, abilità visuo-spaziali, esecuzione motoria, inibizione degli stimoli, movimenti oculari.I giochi sparatutto, che richiedono flessibilità cognitiva, rapidità di reazione, capacità di cambiamento task (Colzato, L.S., et al., 2010), sono adatti quindi a sviluppare capacità quali attenzione selettiva, mantenimento dello stimolo visivo, inibizione, efficacia di ricerca visiva, soppressione dell’interferenza visiva, flessibilità cognitiva, decision making e multitasking (Neri, F. et al., 2021). Inoltre, giocare a giochi sparatutto è associato ad una maggiore capacità nel discriminare le informazioni rilevanti (Colzato, L.S., et al., 2013).

Non da meno, sono state individuate delle correlazioni tra il videogioco e il benessere psicologico poiché questi soddisfano alcuni bisogni umani fondamentali: competenza, relazione e autonomia. Inoltre, una ricerca recente, condotta dall’Istituto Nazionale per la Salute degli Stati Uniti d’America, ha individuato, analizzando 2000 bambini, che coloro i quali giocano abitualmente ai videogiochi hanno performance cognitive superiori ai coetanei che non hanno mai giocato (Chaarani, B et al., 2022). Tutti questi studi si basano su dati che considerano un uso non problematico dei videogiochi. È importante quindi specificare che i videogame, in particolare gli sparatutto, sono utili nel miglioramento delle abilità di decision making solo nella misura in cui si instaurano come abitudine sana, poiché un giocatore dipendente non riporta alcun beneficio cognitivo (Oscarido, J., et al., 2023).

Da questi studi, emergono pertanto diversi benefici cognitivi generati da un utilizzo regolare di videogiochi, con specificità per quello che concerne i giochi sparatutto. Questi sembra possano allenare e migliorare le capacità visuo-spaziali, la flessibilità cognitiva e il multitasking.

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