Omicidio Mahmoud Abdalla: Telefonata intercettata svela mezza confessione dei sospettati

Una telefonata intercettata tra il fratello di ‘Bob' Abdelghani e ‘Tito' Abdelwahab, due sospettati per l'omicidio del giovane egiziano Mahmoud Abdalla, ha rivelato frasi scioccanti quali "L'hai ucciso tu, lo hai fatto a pezzi" e "Non volevo, il coltello non era mio". Questa telefonata avvenuta qualche giorno dopo il ritrovamento del cadavere sembra rappresentare una mezza confessione di Tito, che è stato accusato di aver ucciso il ragazzo e poi di averne tagliato a pezzi il corpo.

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Secondo quanto emerso finora, il motivo dell'omicidio sarebbe stato il desiderio di Mahmoud Abdalla di lasciare il suo lavoro da barbiere per trovarne un altro. Durante un sopralluogo della Guardia di Finanza nella barberia di Sestri Ponente, a Genova, in cui lavorava in nero, la giovane vittima aveva denunciato i suoi sfruttatori, affermando: "Sfruttano me e molti altri lavoratori."

I due indagati avrebbero ucciso Mahmoud e successivamente trasportato il suo corpo all'interno di una valigia tramite un taxi, per poi gettarlo in mare. I resti del giovane sono stati poi rinvenuti sulla spiaggia di Chiavari.

Attualmente, la testa del ragazzo, ancora mancante, è oggetto delle ricerche da parte dei carabinieri del nucleo Subacquei del comando di Genova lungo la scogliera della colmata a mare di Chiavari. Bob, detenuto a Marassi, ha fornito indicazioni per il ritrovamento della testa mozzata di Mahmoud, dimostrando una volontà di collaborare, spiegata dal suo avvocato Salvatore Calandra come una reazione di una persona "sconvolta", minacciata da Tito e preoccupata per la sicurezza della sua famiglia rimasta in Egitto. Secondo il legale, questo potrebbe essere il motivo per cui ha aiutato l'altro arrestato.

L'udienza di convalida per i due sospettati, presieduta dal gip Catalano, è prevista per oggi. Il sostituto procuratore Daniela Pischetola, titolare delle indagini, ritiene che il rischio di fuga e la possibilità di distruggere prove, oltre alla pericolosità sociale, giustifichino la misura cautelare del carcere.

Nel frattempo, i carabinieri hanno sequestrato il barber shop di via Merano, a Genova, di proprietà di uno dei due parrucchieri fermati per l'omicidio. Il negozio, rimasto aperto in questi giorni, fa parte delle indagini in corso.

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