Orsa Amarena: Andrea Leombruni rompe il silenzio e chiede perdono mentre si cercano i cuccioli sopravvissuti

San Benedetto dei Marsi, Italia - A tre giorni dalla tragica morte dell'orsa Amarena, Andrea Leombruni, protagonista involontario di questo dramma, ha deciso di rompere il silenzio. Sotto una pressione insostenibile, Andrea Leombruni si è confidato con l'ANSA, condividendo la sua angoscia e rimpianto per l'evento che ha scosso l'intera comunità.

orsa amarena

"Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più", ha detto Leombruni con gli occhi lucidi, mentre si trovava nel piazzale di casa sua, il luogo in cui si è verificato il tragico episodio. Una parente era sul balcone a fare da sentinella, temendo possibili ritorsioni. A San Benedetto, un flusso costante di curiosi si è unito alle forze dell'ordine per presidiare l'area, mentre Leombruni ha cercato di spiegare la sua parte nella vicenda.

"Devi passarci attraverso per capire cosa sto provando ora", ha ammesso da casa sua a San Benedetto. "Ho sbagliato; l'ho capito subito dopo aver sparato il colpo... ho chiamato io i carabinieri." Leombruni ha quindi visitato il pollaio dove l'orsa è stata colpita. Ha spiegato: "Mi sono appostato in questo piccolo spazio per vedere chi si nascondesse lì. Mi sono trovato improvvisamente di fronte a quest'orso e ho sparato a terra senza mirare. Il fucile aveva un solo colpo."

La moglie di Leombruni ha commentato: "Questa violenza e questo martirio che stiamo vivendo non sono giusti. La Procura sta indagando, ed è il suo compito farlo. Siamo consapevoli che verrà inflitta una punizione, e giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo avere paura di vivere?"

Nel frattempo, i ricercatori hanno avvistato i due cuccioli dell'orsa Amarena, sopravvissuti all'attacco della scorsa settimana. Si tratta di una corsa contro il tempo per il personale dei carabinieri forestali e delle guardiaparco, poiché i cuccioli, di soli cinque o sei mesi, non sono in grado di provvedere autonomamente al loro nutrimento e sono vulnerabili alla fauna selvatica.

Un nuovo tentativo di cattura è stato pianificato per questa sera, dopo il fallimento di quello di ieri. "I cuccioli sono stati avvistati", ha dichiarato Michela Mastrella, capoguardia del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. "Stasera lavoreremo con squadre miste, carabinieri forestali e guardie del Pnalm, con l'aggiunta di un veterinario e una biologa. Abbiamo posizionato trappole con esche e cibo per attirarli, oltre all'uso di reti a vista, poiché sono troppo piccoli per essere colpiti da narcotici."

Tuttavia, le operazioni di ricerca e recupero sono state ostacolate dall'arrivo di molti curiosi nella zona. Il sindaco di San Benedetto dei Marsi, Antonio Cerasani, ha emesso un'ordinanza di divieto di avvicinamento agli orsetti e alle squadre specializzate impegnate nella ricerca, invitando tutti a lasciar lavorare gli specialisti nelle migliori condizioni possibili.

Il presidente del Parco Nazionale della Maiella, Lucio Zazzara, ha condannato l'uccisione dell'orsa Amarena in una nota ufficiale, definendola un gesto sconsiderato con gravi conseguenze sia dal punto di vista scientifico che sociale ed economico. Ha sottolineato l'importanza di una convivenza pacifica tra l'uomo e la natura in questa regione, ribadendo che la violenza non è mai la soluzione.

La morte dell'orsa Amarena rappresenta una perdita significativa per la biodiversità dell'Abruzzo e un colpo al paesaggio attrattivo e produttivo della regione. La speranza ora è quella di salvare i cuccioli rimasti e di preservare il futuro di questa comunità in armonia con la natura.