Morto Giorgio Napolitano, Presidente Emerito: La Storia di un Politico Italiano Unico
È con grande tristezza che annunciamo la scomparsa di Giorgio Napolitano, il presidente emerito della Repubblica Italiana, avvenuta a Roma all'età di 98 anni. Napolitano è stato una figura di spicco nella politica italiana, servendo come 11° Presidente della Repubblica Italiana dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015. È stato anche il primo presidente italiano ad essere eletto per un secondo mandato.
La carriera politica di Giorgio Napolitano ha avuto inizio durante i suoi anni universitari, quando si è iscritto alla facoltà di giurisprudenza a Napoli nel 1942. Inizialmente, si è dedicato alla critica teatrale e alla letteratura, ma presto è entrato in contatto con un gruppo di giovani comunisti e nel 1945 ha aderito al Partito Comunista. Ha ricoperto il ruolo di segretario generale del partito a Napoli e a Caserta.
Nel 1947, ha completato i suoi studi universitari laureandosi, e nel 1953 è diventato deputato rappresentando la circoscrizione di Napoli, un incarico che ha mantenuto fino al 1996. Nel 1960, Napolitano ha cambiato il suo orientamento politico, abbracciando i valori del socialismo democratico, fondando la corrente "migliorista" all'interno del Partito Comunista. Questa corrente ha promosso il miglioramento delle condizioni di vita della classe operaia senza la necessità di una rivoluzione strutturale del capitalismo, mettendolo in contrasto con il segretario del PCI, Enrico Berlinguer, sulla "questione morale".
Negli anni '70, Napolitano ha svolto attività all'estero, tenendo conferenze nelle principali università inglesi, tedesche e americane. È stato il primo dirigente del Partito Comunista italiano a ottenere un visto per gli Stati Uniti. La sua conoscenza della cultura anglosassone e la sua padronanza dell'inglese gli hanno guadagnato un "standing" internazionale, e nel 1986 ha presieduto la commissione di politica estera, promuovendo un'apertura nei confronti degli Stati Uniti e della NATO.
Nel 1989, Napolitano è diventato Ministro degli Esteri nel Partito Democratico della Sinistra, contribuendo alla riforma del Partito Comunista italiano che si è trasformato nel Partito Democratico della Sinistra. Nel 1991, ha consolidato il suo legame con la comunità ebraica viaggiando in Israele.
Nel 1992, è stato eletto Presidente della Camera, ruolo che ha ricoperto durante gli anni turbolenti di Tangentopoli e della rottura con Bettino Craxi. Nel 1994, ha pronunciato la dichiarazione di voto sulla fiducia al primo governo Berlusconi, stabilendo un legame di rispetto con il leader azzurro.
Nel 1996, con Romano Prodi al governo, Napolitano è stato nominato Ministro dell'Interno, diventando il primo ex comunista a ricoprire questo incarico. Durante questo periodo, è stata promulgata la legge Turco Napolitano, che ha istituito i primi centri di permanenza temporanea per immigrati illegali. Dopo la caduta del governo Prodi, è tornato a essere europarlamentare tra le file dei Democratici di Sinistra nel periodo 1999-2004.
Nel 2005, Carlo Azeglio Ciampi lo ha nominato senatore a vita, e nel 2006, Giorgio Napolitano è diventato Capo dello Stato, diventando il primo ex comunista a ricoprire questa carica. Il suo mandato è stato contraddistinto da importanti decisioni politiche, tra cui l'elezione di Mario Monti a palazzo Chigi nel 2011 per affrontare la crisi economica del paese.
Nel 2013, Giorgio Napolitano ha infranto il tabù del doppio mandato presidenziale, venendo rieletto con un ampio sostegno. Tuttavia, negli anni successivi, ha affrontato problemi di salute che hanno ridotto la sua presenza fisica in politica.
La scomparsa di Giorgio Napolitano rappresenta la fine di un'era nella politica italiana, e il suo contributo al panorama politico del paese non sarà dimenticato. Lascia dietro di sé una lunga storia di servizio dedicato alla sua nazione.