Studio Italiano Rivela Nuova Strategia Contro il Cancro al Pancreas
Un recente studio condotto da ricercatori italiani ha identificato un nuovo bersaglio terapeutico per il trattamento del cancro al pancreas, aprendo la strada a potenziali nuove cure per questa malattia aggressiva. Il gruppo di ricerca, guidato da Davide Melisi, docente di oncologia medica presso l'Università di Verona e responsabile dell'unità di Terapie sperimentali dell'azienda ospedaliera universitaria di Verona, ha scoperto che l'autotaxina, un fattore precedentemente non associato alla resistenza delle cellule tumorali ai trattamenti chemioterapici, potrebbe essere un efficace bersaglio terapeutico.
Il cancro al pancreas è noto per la sua resistenza ai trattamenti convenzionali, rendendo cruciale la ricerca di nuove strategie terapeutiche. Il team di Melisi ha dimostrato che l'inibizione dell'autotaxina, in combinazione con inibitori del Transforming growth factor beta (Tgfß), aumenta significativamente la sensibilità delle cellule tumorali alla chemioterapia. Questi risultati sono stati ottenuti attraverso studi preclinici su modelli animali e sono stati confermati in pazienti trattati nell'ambito di sperimentazioni cliniche.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Cancer Research, non solo aggiunge un importante tassello alla comprensione dei meccanismi di resistenza del tumore al pancreas ma fornisce anche una base razionale per lo sviluppo di nuovi studi clinici. Attualmente, è in corso la sperimentazione clinica di fase 1 dell'inibitore di autotaxina, denominato ioa289, in combinazione con la chemioterapia in pazienti con diagnosi di malattia avanzata. I risultati preliminari di tossicità e attività di questa nuova combinazione terapeutica sono attesi a breve.
Questo studio rappresenta un passo significativo nella lotta contro il cancro al pancreas, offrendo speranza per lo sviluppo di trattamenti più efficaci e personalizzati. La ricerca italiana continua così a contribuire in modo rilevante al progresso scientifico nel campo dell'oncologia, con l'obiettivo di migliorare le prospettive di cura per i pazienti affetti da questa malattia complessa e letale.
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