Alessia Pifferi fa sciopero della fame in carcere: Non ho più voglia di vivere!
Alessia Pifferi, condannata all'ergastolo per l'omicidio della figlia di 18 mesi, Diana, ha iniziato uno sciopero della fame nel carcere di San Vittore a Milano. La decisione è stata presa, secondo quanto riportato, perché Pifferi ha dichiarato di "non avere più voglia di vivere".
Pifferi è stata riconosciuta colpevole di aver lasciato la figlia sola in casa per sei giorni, senza cibo né acqua, nel luglio del 2022, mentre si recava dal suo compagno a Bergamo. Durante il processo, ha ribadito di non aver mai somministrato tranquillanti alla bambina, nonostante l'autopsia abbia rivelato tracce di questi nel corpo di Diana.
In carcere, Pifferi ha anche dichiarato di soffrire di un disturbo cognitivo, una tesi supportata da alcuni test psicologici, ma contestata da una perizia psichiatrica super partes che ha stabilito che era capace di intendere e di volere al momento dei fatti. La situazione è ulteriormente complicata da un'indagine parallela che coinvolge due psicologhe del carcere e la sua avvocata, accusate di falsificazione dei documenti relativi alla sua valutazione psicologica.
Alessia Pifferi Condannata per la Morte della Figlia - Alessia Pifferi è stata condannata all'ergastolo per aver lasciato la figlia Diana, di soli 18 mesi, sola in casa per cinque giorni e mezzo, provocandone la morte per disidratazione e stenti. La Corte d'Assise di Milano ha motivato la sentenza definendo il gesto della donna come spinto da un "futile ed egoistico movente": passare un lungo weekend con il compagno, trascurando il suo dovere di madre.
Alessia Pifferi - i giudici: Lasciò morire la figlia per lungo weekend col compagno - Ma quando l’assenza è durata sei giorni, e mai per i giudici l'imputata ha avuto intenzione di rientrare prima, la piccola Diana era già morta di stenti. Attualità - Alessia Pifferi, condannata all’ergastolo per l’omicidio volontario della figlia Diana di soli 18 mesi, lasciata morire di stenti, non merita nessuna attenuante “tenuto conto dell'elevatissima gravità, non solo giuridica, ma anche umana e sociale” del fatto “e del futile ed egoistico movente che lo animava, ossia quello di ricercare e vivere dei propri spazi di autonomia rispetto al prioritario diritto/dovere di accudimento della propria figlia”.
Alessia Pifferi e la morte della figlia: la perizia conferma la capacità di intendere e volere - La perizia psichiatrica commissionata dalla prima corte d'assise di Milano ha stabilito che Alessia Pifferi, 38 anni, era pienamente capace di intendere e di volere al momento in cui ha lasciato sola la figlia Diana, di soli 18 mesi, che è poi morta di stenti.