Tajani: Dal 7 ottobre non abbiamo più inviato armi a Israele
Tajani la smetta di nascondere la testa sotto la sabbia e di abbuffarsi di retorica: basta vendere armi ad Israele e calpestare le direttive Onu e la volontà dei cittadini.
Attualità - "Dal 7 di ottobre non è mai più stato autorizzato l'invio di armi a Israele. Non sono state più concesse autorizzazioni per vendita di armi, cosa che ha provocato anche una polemica forte nei miei confronti da parte del governo e sulla stampa israeliani". Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un'audizione davanti alle commissioni congiunte al Senato. "Detto ciò - ha precisato Tajani - le licenze autorizzate prima del 7 di ottobre sono state analizzate tutte caso per caso. In base alle caratteristiche dei materiali, sono stati inviati in Israele solo quelli che non possono essere utilizzati contro la popolazione civile, come pezzi di ricambio radio, perché formalmente sono ausili militari, ma non sono bombe antiuomo".
Il M5S ha duramente criticato il titolare della Farnesina
"Credo che tutte le istituzioni internazionali abbiano apprezzato il rigore dell'Italia - ha aggiunto il ministro - Non abbiamo mai negato di essere amici di Israele, ma anche durante gli incontri che ho avuto in Israele ho ricevuto molte critiche da parte del governo israeliano, anche direttamente dal ministro degli Esteri che mi chiedeva di rivedere la posizione italiana, e io gli ho risposto che la legge italiana non prevede la possibilità di vendere a un Paese che è in guerra materiale bellico". Il M5S ha duramente criticato il titolare della Farnesina. "Tajani è un grande attore - ha dichiarato Francesco Silvestri, capogruppo M5S alla Camera - Quando gli fa comodo parla del protagonismo italiano in politica estera, poi con lo stesso atteggiamento si smarca quando invece non ottiene nulla.
Quel che il ministro però non dice è che, dopo aver mentito al Parlamento e agli italiani sull'invio delle armi in Israele, non sta facendo nulla per mettere fine a questo scempio che sta rendendo il nostro Paese complice del massacro in Palestina. Tajani la smetta di nascondere la testa sotto la sabbia e di abbuffarsi di retorica: basta vendere armi ad Israele e calpestare le direttive Onu e la volontà dei cittadini".
Vertice a Palazzo Chigi per il rilascio di Cecilia Sala: Tajani convoca ambasciatore iraniano - L'Italia intensifica le pressioni sull'Iran per il rilascio della giornalista Cecilia Sala, arrestata a Teheran il 19 dicembre. Oggi pomeriggio, alle 16, si terrà un vertice a Palazzo Chigi con la partecipazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro della Giustizia Carlo Nordio, del sottosegretario Alfredo Mantovano e delle agenzie di intelligence italiane.
Cecilia Sala: Tajani rassicura sulle condizioni di salute e sul massimo impegno per il rilascio - I tempi per il rilascio di Cecilia Sala, giornalista italiana arrestata in Iran e in isolamento da una settimana, restano incerti. "Non sono ipotizzabili, perché la trattativa è molto delicata e complessa. Stiamo facendo tutto il possibile per accelerare, ma la situazione non dipende esclusivamente dalle autorità italiane.
Minaccia al Ministro Tajani: Interessi israeliani nel mirino - Il vicepremier e ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha ricevuto una lettera minatoria indirizzata al suo ufficio a Palazzo Chigi. La missiva, firmata da A.F. di Bologna e proveniente dal "Movimento globale contro il nazi-sionista terrorista stato di Israele per la liberazione della Palestina", esprimeva preoccupazione per il sostegno italiano a Israele.