Vaccini - Borghi: Abolire obbligo legge Lorenzin perché strada è informare

 Sul fronte del Fascicolo sanitario elettronico, ci sono stati rilievi del Garante della privacy, ricorda Borghi e effettivamente in molti casi si tende ad usare una certa leggerezza nell'uso dei dati sanitari.

Politica - "L'obbligo vaccinale" previsto dalla legge Lorenzin "non ha portato a nessuno risultato, lo strumento migliore è l'informazione ai cittadini. A me risulta che ci sia un aumento nella popolazione del rifiuto dei vaccini. Ricordiamoci anche la lezione del Covid". Così all'Adnkronos Salute il senatore della Lega, Claudio Borghi, che ha presentato due emendamenti, (3.0.7 e 3.0.8) al Ddl sulle liste d'attesa - che inizia la sua discussione in Parlamento - per "la revisione dell'obbligatorietà dei vaccini" e "in materia di consenso per l'alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico", rispettivamente. La legge Lorenzin prevede l'obbligo di alcune vaccinazioni per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia.

 Sul fronte del Fascicolo sanitario elettronico, ci sono stati rilievi del Garante della privacy, ricorda Borghi e effettivamente in molti casi si tende ad usare una certa leggerezza nell'uso dei dati sanitari

 L'emedamento prevede una modifica della legge Lorenzin del 2017 passando dall'"obbligo" alla "raccomandazione" per i vaccini, "in considerazione del fatto che l'assetto degli obblighi vaccinali presente nel nostro Paese si pone come fortemente esteso rispetto al panorama europeo e internazionale - recita l'emendamento - e tale situazione si pone in conflitto con quanto statuito dalla nostra Carta Costituzionale, ai sensi delle prescrizioni di cui all'articolo 32 in ordine ai termini dell'obbligatorietà dei trattamenti sanitari".  Sul fronte del Fascicolo sanitario elettronico, "ci sono stati rilievi del Garante della privacy", ricorda Borghi e "effettivamente in molti casi si tende ad usare una certa leggerezza nell'uso dei dati sanitari.

vaccini borghi

E' evidente che il Fse può avere implicazioni molto positive ma - rimarca il senatore - c'è anche l'aspetto che molti cittadini si sentono schedati e pensano che non sia il caso di condividere i loro dati nelle forme che al momento sono sicure ma che tante volte abbiamo visto poi non esserlo".  

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