Israele - serie di raid sul Libano - Usa temono 'guerra globale'

Lo Stato di Israele difenderà con fermezza i suoi cittadini e la sua sovranità, ha scritto su X il presidente israeliano Isaac Herzog.

Attualità - L'Aeronautica israeliana ha condotto nella notte una serie di raid sul Libano, in risposta all'attacco attribuito ad Hezbollah contro il villaggio di Majdal Shams, sulle Alture del Golan, nel quale sono rimasti uccisi 12 tra bambini e ragazzini (tra i 10 e i 16 anni).  Secondo quanto riferito da fonti militari, negli attacchi notturni di Israele sono stati colpiti depositi di armi e altre infrastrutture a Shabriha e Burj el-Shemali, vicino a Tiro, nelal valle della Beqaa, e nelle località meridionali di Kila, Rab al-Thalathine, Khiam e Tayr Harfa.  Il razzo lanciato da Hezbollah ha colpito un campo di calcio. Secondo fonti dell'Idf, si è trattato di un Falaq-1 di fabbricazione iraniana. L'esercito israeliano sta aumentando la sua preparazione per “la prossima fase dei combattimenti nel nord”, ha ribadito il capo di Stato maggiore dell'Idf, il generale Herzi Halevi, all'indomani dell'attacco a Majdal Shams. “Sappiamo esattamente da dove è stato lanciato il razzo.

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Abbiamo esaminato qui, sul muro del campo di calcio, i resti del razzo e sappiamo che si tratta di un razzo Falaq con una testata di 53 chilogrammi - ha affermato Halevi, che già ieri sera si era recato sul posto - È un razzo di Hezbollah. E chiunque lanci un razzo del genere in un'area urbana vuole uccidere civili, vuole uccidere bambini”. “Stiamo aumentando notevolmente la nostra preparazione per la prossima fase dei combattimenti nel nord, come stiamo combattendo contemporaneamente a Gaza. Sappiamo come attaccare anche molto lontano dallo Stato di Israele. Ci saranno altre sfide, aumenteremo la nostra preparazione”, ha ribadito il generale. L'attacco di Hezbollah a Israele rischia di far scoppiare una guerra globale. Dopo la strage di bambini e ragazzi, il vertice previsto oggi a Roma per giungere all'accordo per una tregua tra Israele e Hamas rischia di cambiare direzione. 

Ieri gli Stati Uniti hanno ricevuto l'ultima proposta israeliana per un accordo

La preoccupazione dell'amministrazione Biden è infatti che ora il conflitto si possa allargare con lo scoppio di una guerra totale tra Israele e il gruppo terroristico libanese. "Quello che è successo potrebbe far esplodere quello che abbiamo temuto e cercato di evitare per 10 mesi", ha detto una fonte Usa al sito Axios. "Il mondo non può continuare a sedere in silenzio di fronte agli attacchi terroristici di Nasrallah, che arrivano per conto dell'impero del male in Iran. Lo Stato di Israele difenderà con fermezza i suoi cittadini e la sua sovranità", ha scritto su X il presidente israeliano Isaac Herzog. E il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha affermato ieri a caldo dopo aver parlato al telefono con il primo ministro Benjamin Netanyahu che "siamo di fronte a una guerra totale”.  Una affermazione stemperata tuttavia da una fonte della sicurezza israeliana che a Sky News Arabic ha chiarito che Israele risponderà con forza all'attacco "ma non intendiamo scatenare una guerra.

Israele "colpirà il nemico duramente", ha tuttavia garantito il ministro della Difesa, Yoav Gallant, in un colloquio telefonico con il leader spirituale della comunità drusa Muafak Tarif. Ma la piega che prenderà la situazione dipenderà molto da ciò che deciderà Benjamin Netanyahu che oggi alle 16 (le 15 in Italia), al suo rientro dagli Stati Uniti, convocherà una riunione del gabinetto di sicurezza per discutere dell'attacco. Hezbollah intanto ha negato ogni responsabilità nell'attacco sostenendo in una nota di "non essere in alcun modo legato all'incidente" e respingendo "in modo categorico tutte le false accuse". Una versione totalmente contestata dalle Forze di difesa israeliane che anche appoggiandosi alle valutazioni dell'intelligence hanno affermato con certezza che "c'è Hezbollah dietro al lancio del razzo che ha colpito il campo di calcio di Majdal Shams". 

In questo quadro si tiene oggi a Roma il vertice tra il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani e il capo dell'intelligence egiziana Abbas Kamal sul cessate il fuoco a Gaza e sul rilascio degli ostaggi. Ieri gli Stati Uniti hanno ricevuto l'ultima proposta israeliana per un accordo. E a Roma, scrive Walla, si discuterà quindi proprio della proposta aggiornata di Israele con le nuove richieste del primo ministro Benjamin Netanyahu. In particolare, il premier israeliano ha chiesto che venga istituito un meccanismo di controllo che impedisca il trasferimento di armi dal sud della Striscia di Gaza al nord dell'enclave palestinese. Gli alti funzionari che fanno parte del gruppo negoziale e gli organi di sicurezza citati da Walla ritengono che Hamas non accetterà questa condizione e che ciò porterà a una crisi nei colloqui. 

Hamas ha fatto sapere dal canto suo di non voler indietreggiare sulle richieste contenute nell'ultima proposta di accordo presentata ai mediatori, in particolare sul fatto che ci debba essere un ritiro completo delle Forze di difesa israeliane (Idf) dalla Striscia di Gaza per la liberazione di tutti gli ostaggi. Lo scrive il quotidiano Al-Mayadeen, vicino a Hezbollah, citando una propria fonte, a condizione di anonimato. Secondo la fonte citata dal quotidiano vicino a Hezbollah, Hamas ha chiesto che il ritiro dei militari di Israele dalla Striscia includa il corridoio di Netzarim e quello di Filadelfia. Inoltre Hamas non accetterebbe alcun nuovo accordo per il rilascio degli ostaggi che non includesse un testo chiaro sul raggiungimento di un cessate il fuoco permanente, ha aggiunto la fonte.

Al-Mayadeen scrive anche che la fonte ha affermato che Hamas non è contrario ad assumere temporaneamente l'amministrazione governativa della Striscia con un consenso nazionale, qualora non si dovesse raggiungere un accordo sulla governance di Gaza e della Cisgiordania.  

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Gaza, trattative per la tregua: Hamas invia lista ostaggi agli egiziani, escalation militare di Israele in Siria - Continuano le trattative per una tregua nel conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riportato dal giornale Al-Araby Al-Jadeed e ripreso dal Jerusalem Post, Hamas ha fornito ai mediatori egiziani un primo elenco di ostaggi che potrebbero essere inclusi in un accordo di scambio.

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