Nella parcellizzazione formativa attuale, uno specializzando di secondo o terzo anno dovrebbe andare, con un contratto a tempo determinato che lo vincola - per restare alla mia specialitĂ di anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore - in un ospedale anche periferico a formarsi dove non âvedrebbeâ mai un neonato, un paziente neurochirurgico, un paziente cardiochirurgico o una procedura di terapia del dolore avanzata o di area intensiva e tanto tanto altro.
Salute - âContrapporre ospedale e universitĂ , alimentando una contrapposizione ideologica tendente a stroncare la funzione per la quale dovrebbe esistere lâuniversitĂ e svilendo la funzione stessa dellâospedale, è un errore madornale che vogliamo urlare a tutti. Un percorso formativo di qualitĂ , per definizione, è sempre composto dalla giusta miscela di teoria/conoscenza e pratica/competenza. Altrimenti si arriva al disastro di oggiâ per questo il sistema formativo ha bisogno di una riforma seria e concretaâ.
CosĂŹ Antonello Giarratano, presidente SocietĂ italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti), in una lettera aperta al direttore di Quotidiano SanitĂ , Luciano Fassari, esprime la sua posizione volta a superare la contrapposizione ideologica tra ospedalieri e universitari, nel dibattito aperto, negli ultimi giorni, sul parere del ministero dellâUniversitĂ e la ricerca (Mur) che intende ripristinare lâesame per il passaggio d'anno dei medici specializzandi assunti con il cosiddetto âDecreto Calabriaâ, che è stato accolto dallâopposizione di alcune associazioni di categoria dei medici specializzandi e di alcuni assessori regionali del welfare.
 La societĂ scientifica Siaarti, nella lettera del presidente, oltre a ribadire che la sicurezza dei pazienti e la qualitĂ della sanitĂ devono essere al primo posto, evidenzia la necessitĂ di una riforma urgente della formazione post laurea per gli specializzandi, nella quale non si possono prevedere contratti in ospedali periferici con una certificazione finale di competenze che, in quel contesto, non si potrebbero acquisire.  âIl nostro sistema formativo - spiega Giarratano - ha bisogno di una riforma seria e concreta, lontana da condizionamenti ideologici. Solo attraverso unâadeguata formazione possiamo garantire ai futuri medici la competenza necessaria per affrontare le sfide della sanitĂ moderna. Ă essenziale - chiarisce - mantenere standard elevati per garantire che i medici siano adeguatamente preparati.
 Il presidente Siaarti, evidenziando le numerose criticità del sistema attuale, propone però una soluzione
Nella parcellizzazione formativa attuale, uno specializzando di secondo o terzo anno dovrebbe andare, con un contratto a tempo determinato che lo vincola - per restare alla mia specialitĂ di anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore - in un ospedale anche periferico a formarsi dove non âvedrebbeâ mai un neonato, un paziente neurochirurgico, un paziente cardiochirurgico o una procedura di terapia del dolore avanzata o di area intensiva e tanto tanto altroâ.  Sullâesame, che è âsecondo un 44 quater scritto francamente in modo poco comprensibileâ, il presidente Siaarti osserva che âconsisterebbe in una certificazione delle procedure svolte che, in molti degli ospedali dove alcune regioni vorrebbero colmare i buchi, nessuno potrebbe certificare semplicemente perchĂŠ non si fannoâ.
A questo, si aggiunge il fatto che âpoi a fine anno con questa certificazione âfarloccaâ, un consiglio di docenti dovrebbe, facendo finta di non sapere che quelle attivitĂ non le ha svolte e senza alcuna valutazione anche degli studi e conoscenze acquisite, certificare che si è specialista? A fine anno faremo esami ai medici in formazione con 2 o 3 modalitĂ diverse, per chi ha accettato di essere assunto e per chi invece è rimasto nel percorso âtradizionaleâ?â, domanda retoricamente Giarratano.  Il presidente Siaarti, evidenziando le numerose criticitĂ del sistema attuale, propone però una soluzione. âFacciamo una riforma, facciamola seria abbandonando il sistema per decreti e per articoli, che porterĂ il caos a fine anno alla prossima tornata di esami o di diplomi e anche come societĂ scientifiche, non solo come docenti che tanto fanno per la formazione.
Abbiamo idee e contributi che possiamo portare ai tavoli del legislatore puntando al risultato che a tutti interessa: la qualitĂ dei nostri futuri mediciâ, conclude Giarratano. Lâalternativa a una riforma di tale tipo, secondo il presidente Siaarti, non potrebbe che essere la definitiva compromissione âdella qualitĂ della sanitĂ italianaâ, con esiti nefasti per i pazienti e per la loro sicurezza.Â