Iran-Israele - pressing su Teheran per evitare attacco
La proposta è stata ampiamente diffusa negli ultimi quattro giorni nei circoli occidentali e arabi strettamente legati alle parti in conflitto, compresi Paesi della regione che intrattengono rapporti amichevoli con Teheran e hanno svolto ruolo di mediazione tra quest’ultima e le potenze occidentali nei periodi precedenti durante le discussioni sull’accordo nucleare.
Attualità - Diplomazie al lavoro per evitare l'attacco dell'Iran a Israele e persino da Hamas arrivano segnali favorevoli al cessate il fuoco. Il quadro in Medio Oriente rimane di altissima tensione, con il rischio di escalation che incombe. Il mosaico è a dir poco complesso, ma l'assenza sinora di una rappresaglia di Teheran nei confronti di Israele - dopo l'uccisione del leader di Hamas Ismail Haniey nella capitale iraniana - autorizza a sperare nel successo della missione delle 'colombe'. Funzionari occidentali starebbero cercando di "convincere le parti interessate nella regione" in merito "a una nuova proposta per raggiungere la cosiddetta calma sostenibile", che comprende "la fine della guerra a Gaza e la conclusione di un accordo di scambio di prigionieri" a condizione che "l'Iran e gli Hezbollah rinuncino ad attaccare Israele", riferisce il quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, ritenuto vicino alle autorità del Qatar.
"La proposta è stata ampiamente diffusa negli ultimi quattro giorni nei circoli occidentali e arabi strettamente legati alle parti in conflitto, compresi Paesi della regione che intrattengono rapporti amichevoli con Teheran e hanno svolto ruolo di mediazione tra quest’ultima e le potenze occidentali nei periodi precedenti durante le discussioni sull’accordo nucleare". "Fonti occidentali che hanno familiarità con le consultazioni degli ambienti interessati alla proposta suggeriscono la possibilità che Teheran e Hezbollah accettino l’idea, soprattutto se nel caso in cui l'accordo soddisfi le richieste di Gaza e metta fine alla guerra", rimarca il quotidiano edito a Londra.
Questo tipo di messaggi non devono essere intesi come una minaccia di un'azione militare americana contro obiettivi in Iran, precisano le fonti, ma più come un avvertimento riguardo al rischio di provocare una robusta risposta militare israeliana
Gli ambienti che promuovono la proposta lontano dai media -secondo Al-Araby Al-Jadeed - ritengono che "l'occasione possa essere favorevole, alla luce del desiderio e degli sforzi americani e occidentali per prevenire l’escalation e fermare la risposta dell'Iran e di Hezbollah all'assassinio del capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh e il leader militare di Hezbollah Fouad Shukr". Secondo gli stessi promotori della proposta "la presenza di Yahya Sinwar alla guida dell'ufficio politico del movimento Hamas, succedendo ad Haniyeh, può essere una buona opportunità data l'influenza di cui gode all'interno del movimento, cosa che faciliterebbe il processo di decisione in caso di raggiungimento di un accordo che tenga conto delle richieste della Resistenza". Proprio Sinwar nelle ultime ha trasmesso un messaggio ai leader del gruppo al di fuori di Gaza, esortandoli a perseguire un cessate il fuoco con Israele e non attendere la potenziale grave escalation tra Israele e Iran.
Intanto, gli Stati Uniti hanno avvisato l'Iran che il suo nuovo governo e la sua economia avranno un colpo durissimo in caso di un attacco massiccio contro Israele, riporta il Wall Street Journal citando un funzionario che spiega che gli "Stati Uniti hanno inviato messaggi chiari all'Iran riguardo al fatto che è molto alto il rischio di una grande escalation in caso di un attacco significativo di rappresaglia contro Israele". Con questi messaggi, aggiunge la fonte, si è voluto mettere in guardia Tehran riguardo al "serio rischio di conseguenze per l'economia dell'Iran e la stabilità del nuovo governo eletto, se verrà scelto di procedere nel cammino" della rappresaglia. Questo tipo di messaggi non devono essere intesi come una minaccia di un'azione militare americana contro obiettivi in Iran, precisano le fonti, ma più come un avvertimento riguardo al rischio di provocare una robusta risposta militare israeliana.
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