Migranti, il decreto del governo con regole più severe e procedure semplificate
Il Consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto che riforma le normative sui flussi migratori in Italia, introducendo importanti modifiche per rendere più efficienti i processi di ingresso per i lavoratori stranieri e migliorare i meccanismi di identificazione. Tra le principali innovazioni, il decreto prevede l'uso di tecnologie moderne come la precompilazione delle domande e l'impiego dei dati biometrici per l'identificazione dei migranti. Questi strumenti saranno utilizzati in fase di presentazione delle richieste di ingresso per lavoro, anticipando il cosiddetto "click day", per accelerare le procedure e ridurre i tempi di attesa.
Un elemento chiave del provvedimento è l'obbligo per i migranti di cooperare per la propria identificazione, permettendo l'accesso ai dati presenti sui loro dispositivi mobili. Tale procedura sarà condotta sotto la supervisione delle autorità giudiziarie, con specifiche garanzie per proteggere la privacy e i diritti personali, escludendo espressamente la corrispondenza personale.
In aggiunta, il decreto introduce sanzioni per i datori di lavoro che non completano le procedure di soggiorno per i lavoratori assunti. Viene inoltre creato uno "stock" aggiuntivo di 10.000 permessi di soggiorno, riservati ai lavoratori nel settore dell'assistenza familiare e sociosanitaria, fuori dalle quote tradizionali, che saranno assegnati tramite agenzie per il lavoro.
Il decreto non si limita a riformare le procedure di ingresso, ma affronta anche la lotta al caporalato. Viene introdotto un nuovo permesso di soggiorno per le vittime di sfruttamento lavorativo che collaborano con le autorità, con l'obiettivo di incentivare le denunce e migliorare le condizioni dei lavoratori vulnerabili.
Il provvedimento modifica alcune norme relative ai salvataggi in mare, aumentando il controllo sulle operazioni di soccorso per garantire che non mettano a rischio l'incolumità dei migranti. Sono state anche rafforzate le regole sui respingimenti e le procedure di protezione internazionale, che potranno essere revocate in caso di pericolosità per la sicurezza dello Stato.
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