Nuove linee guida sulla pressione alta: ecco chi è a rischio

Le recenti linee guida della Società Europea di Cardiologia (ESC), pubblicate l'11 ottobre 2024, introducono importanti novità sulla gestione dell'ipertensione. Queste modifiche riguardano circa 25-28 milioni di italiani, ampliando la platea di persone a rischio rispetto agli attuali 18 milioni di ipertesi noti. La distinzione principale è l'introduzione di una nuova categoria chiamata "pressione elevata", con valori compresi tra 120-139 mmHg per la sistolica e 70-89 mmHg per la diastolica. Questa nuova classificazione mira a sensibilizzare sulla necessità di monitorare attentamente anche chi non rientra ancora nei parametri degli ipertesi classici (superiori a 140/90 mmHg).

nuove linee

Secondo il dott. Giovambattista Desideri, segretario della Società Italiana di Medicina Interna (SIMI), questa nuova classificazione implica una maggiore attenzione verso una parte significativa della popolazione, in particolare coloro con fattori di rischio aggiuntivi come diabete, obesità, o problemi renali. Tali individui, pur non essendo ufficialmente classificati come ipertesi, potrebbero necessitare di trattamenti mirati per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari come ictus e infarto.

Il congresso e le divergenze con l'Esh

Questa svolta, risultato di un disaccordo tra ESC e la Società Europea dell'Ipertensione (ESH), che collaboravano fino al 2018, è uno dei temi centrali del 125° Congresso della SIMI, in corso a Rimini fino al 13 ottobre. L'ESH continua a utilizzare la terminologia di "pre-ipertensione" o "pressione normale-alta" (130-139 mmHg per la massima e 85-89 mmHg per la minima), diversamente dall'ESC che preferisce "pressione elevata" per sottolineare la necessità di un controllo più stringente.

Obiettivi terapeutici e personalizzazione

Le nuove linee guida ESC propongono target terapeutici più aggressivi, indicando come obiettivo una pressione arteriosa compresa tra 120 e 129 mmHg, con preferenza verso il limite inferiore. Tuttavia, per anziani o pazienti fragili, l'approccio rimane cauto, con l'introduzione del principio "Alara" (As Low As Reasonably Achievable), che suggerisce di personalizzare i valori target in base alle condizioni specifiche del paziente.

Queste linee guida sottolineano inoltre l'importanza dell'utilizzo di associazioni farmacologiche pre-costituite per migliorare l'aderenza al trattamento e semplificare la gestione della terapia. Un approccio olistico è raccomandato per identificare e trattare i fattori di rischio cardio-metabolici il più presto possibile, garantendo una prevenzione efficace e personalizzata.