Hezbollah e l'uso dei droni kamikaze: gli attacchi contro l'IDF

L'ultimo attacco con droni kamikaze di Hezbollah, avvenuto il 13 ottobre 2024, ha causato la morte di quattro soldati israeliani presso una base di addestramento vicino a Binyamina, nel distretto di Haifa. Questo rappresenta uno degli attacchi più letali condotti dal gruppo libanese nell'ultimo anno. Gli attacchi con droni sono ormai una strategia consolidata per Hezbollah, che conta un arsenale di oltre 2.000 UAV (veicoli aerei senza pilota), molti dei quali forniti dall'Iran.

hezbollah droni

Hezbollah utilizza principalmente droni di tipo kamikaze, progettati per colpire obiettivi strategici con precisione. Tra questi, i droni della serie Mirsad, basati sui modelli iraniani Ababil e Mohajer. Il Mirsad-1, derivato dall'Ababil-T, ha un raggio d'azione di circa 120 km e può trasportare fino a 40 kg di esplosivi, il che lo rende una minaccia significativa per le difese israeliane. Un altro modello usato frequentemente è il Mirsad-2, basato sul Mohajer-4, che assomiglia a un piccolo aereo con una struttura a doppia coda.

L'attacco contro la base israeliana è stato effettuato utilizzando un drone di tipo Mirsad, che è riuscito a sfondare le difese aeree israeliane e a colpire la mensa della base durante l'ora di cena, provocando anche numerosi feriti. Questo episodio ha sollevato interrogativi sull'efficacia dei sistemi di difesa anti-drone dell'IDF, in particolare riguardo al mancato allarme e all'impossibilità di intercettare il drone in tempo.

Gli UAV usati da Hezbollah non sono limitati alla serie Mirsad. Attualmente, il gruppo terroristico dispone anche del modello Shahed-136, uno dei droni kamikaze più avanzati dell'Iran, con un raggio d'azione che supera i 2.000 km. Questo drone, progettato come una “V” volante, ha una testata di oltre 50 kg ed è stato usato anche nella guerra in Ucraina. La combinazione di capacità di attacco suicida e lunga autonomia rende lo Shahed-136 un’arma temibile.

Il rapporto del centro Alma, che monitora le minacce alla sicurezza israeliana, stima che Hezbollah stia acquisendo nuovi droni per ampliare il suo arsenale. Oltre ai Mirsad e agli Shahed, il gruppo potrebbe possedere modelli come il Quds Yasir, con un raggio d'azione di 200 km, e il Karrar, un drone iraniano capace di lanciare missili aria-aria e bombe, descritto come un "jet da combattimento dei poveri" per le sue capacità multiuso.

Questo attacco rappresenta un chiaro segnale dell'escalation delle ostilità tra Hezbollah e Israele, e delle crescenti difficoltà di quest'ultimo nel fronteggiare la minaccia dei droni, una sfida che si sta rivelando sempre più complessa da gestire a causa della tecnologia avanzata fornita dall'Iran.

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