Il primo ministro iracheno, Mohammed Shia al-Sudani, ha annunciato l'eliminazione del comandante dell'Isis in Iraq durante un'operazione condotta dal Servizio antiterrorismo e di sicurezza nazionale nelle montagne Hamrin, nel nord-est del paese. In un messaggio pubblicato su X, al-Sudani ha confermato l'uccisione del leader jihadista insieme ad altri otto alti esponenti dell'organizzazione terroristica.
L'operazione, descritta come "eroica e qualitativa", è stata pianificata per eliminare i nascondigli dell'Isis in una delle aree più difficili da raggiungere dell'Iraq. Al-Sudani ha sottolineato che questa azione rientra in una più ampia campagna per ripulire completamente il paese dalle cellule terroristiche. Le autorità irachene, con il supporto di forze internazionali, sono impegnate in continue operazioni per impedire il ritorno dello Stato Islamico, che nonostante la dichiarata sconfitta nel 2017, continua a condurre attacchi nella regione.
La zona di Hamrin, situata tra Kirkuk e Diyala, è nota per essere un'area strategica sfruttata dall'Isis per riorganizzarsi e condurre operazioni militari, approfittando del difficile accesso e del terreno impervio. Le forze irachene stanno intensificando gli sforzi per monitorare e distruggere i rifugi ancora attivi.
Ma l'Isis continua a mostrare segni di attività anche in altre aree del paese. Recentemente, il gruppo ha rivendicato numerosi attacchi contro le forze di sicurezza, come nel caso dei 13 poliziotti uccisi a Kirkuk. La situazione in Iraq rimane instabile, con l'Isis che cerca di sfruttare le difficoltà logistiche e politiche del paese per riorganizzarsi.
Nonostante i successi militari, come quello di Hamrin, le autorità irachene e le forze alleate, compresi gli Stati Uniti, restano vigili per evitare che il gruppo terroristico possa riconquistare terreno, soprattutto in aree sensibili come la regione di Anbar e il confine con la Siria, dove l'Isis ha ancora basi operative.
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