Il vescovo indonesiano rinuncia alla nomina cardinalizia per crescere nella vita sacerdotale

Papa Francesco ha accettato la decisione di Mons. Paskalis Bruno Syukur, vescovo di Bogor, in Indonesia, di non ricevere la nomina a cardinale prevista per il Concistoro dell'8 dicembre 2024. Mons. Syukur, appartenente all'Ordine dei Frati Minori, ha espresso il desiderio di continuare a crescere nella vita sacerdotale e nel servizio alla Chiesa e al popolo di Dio, motivo per cui ha preferito rinunciare alla porpora cardinalizia. Il portavoce del Vaticano, Matteo Bruni, ha confermato la notizia, evidenziando la scelta di Syukur come profondamente personale e legata alla sua vocazione.

Papa Francesco, durante l'annuncio del nuovo Concistoro il 6 ottobre 2024, aveva incluso Mons. Syukur tra i 21 nuovi cardinali che sarebbero stati nominati, insieme a figure provenienti da diverse parti del mondo, tra cui quattro italiani. Questo Concistoro segnerà il decimo del pontificato di Francesco e vedrà la partecipazione di altri prelati come Mons. Angelo Acerbi, 99 anni, Nunzio Apostolico emerito, Mons. Roberto Repole, Arcivescovo di Torino, Mons. Baldassare Reina, vescovo ausiliare di Roma, e padre Fabio Baggio, impegnato nella Sezione Migranti del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale.

La rinuncia di Mons. Syukur non altera il processo generale del Concistoro, che prosegue con l'intento di rafforzare la rappresentanza di diverse regioni del mondo all'interno del Collegio cardinalizio. Durante i nove Concistori precedenti, Papa Francesco ha creato 142 cardinali, di cui 113 elettori. Alla fine dell'anno, il numero totale di cardinali elettori sarà vicino ai 140, un dato significativo poiché influenzerà la futura elezione papale. Questo gesto da parte del vescovo di Bogor sottolinea l'importanza della dimensione spirituale e pastorale nella scelta di accettare o meno incarichi di così alto rilievo all'interno della Chiesa.

Il decimo Concistoro del pontificato di Francesco dimostra ancora una volta la sua attenzione verso la globalità della Chiesa, cercando di equilibrare la rappresentanza delle diverse aree geografiche.