Volkswagen verso la chiusura di tre stabilimenti in Germania: Berlino interviene per difendere i lavoratori

La casa automobilistica Volkswagen sta affrontando un periodo di profonda incertezza, con piani di chiusura di almeno tre stabilimenti in Germania e il conseguente taglio di decine di migliaia di posti di lavoro. Daniela Cavallo, rappresentante del consiglio di fabbrica Volkswagen, ha comunicato ai dipendenti che il piano di riduzione interesserà tutti gli impianti del marchio tedesco nel paese, mettendo a rischio sia il personale sia le infrastrutture produttive. Tra i siti più vulnerabili c’è quello di Osnabrück, recentemente colpito dalla perdita di una commessa importante da parte di Porsche, lasciando incerto il futuro dell’impianto e dei lavoratori che vi operano.

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Volkswagen, uno dei principali colossi del settore automobilistico mondiale, impiega circa 120.000 dipendenti in Germania, dei quali la metà è concentrata nella sede principale di Wolfsburg. Le prospettive di tagli su larga scala si legano alle attuali condizioni del mercato automobilistico e alla crescente pressione competitiva in Europa, soprattutto sul versante dei veicoli elettrici, in cui nuovi attori stanno prendendo sempre più spazio. In questo contesto, il CEO di Volkswagen, Oliver Blume, ha dichiarato che "la Germania sta perdendo competitività come sede aziendale", rendendo necessario un intervento strutturale per adeguare i costi aziendali alle sfide del mercato attuale.

Lo sdegno da parte del sindacato IG Metall e delle istituzioni tedesche non si è fatto attendere. Thorsten Gröger, rappresentante di IG Metall, ha criticato apertamente le intenzioni dell’azienda, definendo il piano "una profonda pugnalata al cuore dei lavoratori Volkswagen". Anche il governo tedesco, attraverso il cancelliere Olaf Scholz, ha espresso il suo dissenso, chiedendo a Volkswagen di trovare soluzioni alternative che evitino il sacrificio di posti di lavoro e di continuare a sostenere l’occupazione, come da accordi precedenti.

La questione assume toni ancora più critici alla luce del fatto che a settembre Volkswagen ha interrotto un patto di sicurezza lavorativa con i sindacati, in vigore da oltre 30 anni, aprendo la possibilità di licenziamenti dal 2025. Le trattative in corso tra azienda e sindacati mirano a un nuovo accordo collettivo, ma al momento Volkswagen ha respinto le richieste di aumento salariale, proponendo invece tagli retributivi per ridurre le spese.

I prossimi mesi saranno decisivi per i lavoratori di Volkswagen, i quali, rappresentati da IG Metall, richiedono un piano di rilancio a lungo termine che garantisca la sostenibilità dell’occupazione in Germania, senza ricorrere a soluzioni di ridimensionamento radicale che potrebbero segnare una svolta storica nella struttura produttiva del marchio tedesco.

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