Dossieraggio: Meloni non spinge per un decreto, prefetto già attiva su nuove misure
Nel corso delle ultime settimane, un nuovo caso di dossieraggio è emerso a livello nazionale, coinvolgendo l'accesso abusivo di funzionari dello Stato a dati sensibili. Secondo l'indagine della Procura di Perugia, sono stati rilevati circa 800 accessi non autorizzati alle banche dati pubbliche, mirati a raccogliere informazioni personali su figure politiche e privati cittadini. Questo scandalo ha suscitato reazioni forti da parte del governo, con la premier Giorgia Meloni che ha definito questi atti “gravissimi” e paragonabili a “metodi da regime”.
Nel quadro di queste rivelazioni, Palazzo Chigi ha intensificato i contatti tra i principali ministeri coinvolti, incluso il Viminale. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha recentemente partecipato a un incontro con Meloni per discutere della questione. Tuttavia, Meloni ha chiarito che non si intende procedere con un decreto legge specifico, sottolineando come la legislazione esistente sia già stata rafforzata, soprattutto con il disegno di legge approvato a gennaio che aumenta le sanzioni per chi viola i sistemi informatici.
Il governo sta invece esplorando l’introduzione di un sistema di alert che consenta di individuare più facilmente eventuali comportamenti sospetti da parte di utenti autorizzati ma che accedono a dati sensibili in modo illecito. Questo sistema potrebbe scattare in caso di accessi “massivi” o attività di indagine su individui sensibili, includendo anche parametri come la territorialità, per cui un agente di un'area specifica dovrebbe giustificare l’accesso a informazioni relative a persone di un’altra area geografica.
Il tema del dossieraggio è stato trattato anche nel contesto parlamentare, con l'opposizione che ha richiesto alla premier di intervenire direttamente, pur non essendo previsto un suo intervento in aula. Il sottosegretario alla presidenza, Alfredo Mantovano, è stato incaricato di coordinare le misure, mentre la task force del Viminale continua a monitorare i potenziali rischi per la cybersicurezza nazionale.
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