Fitto verso Bruxelles, deleghe a Palazzo Chigi: nessun rimpasto in programma

Il governo italiano ha confermato la volontà di mantenere intatto l'assetto delle deleghe ministeriali anche dopo la partenza di Raffaele Fitto per Bruxelles. In linea con la strategia della premier Giorgia Meloni, le funzioni che Fitto gestiva come ministro per gli Affari europei, Sud, Politiche di coesione e Pnrr verranno ripartite, ma senza rimpasti significativi. L’obiettivo del governo è affidare le deleghe direttamente a Palazzo Chigi, dove potrebbero essere amministrate con il coordinamento dei sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. Fonti vicine alla presidenza sottolineano che un cambiamento più radicale non è previsto, dato che "per sostituire Fitto servirebbero tre figure".

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Nell’immediato, il trasferimento di Fitto non comporterà alterazioni per lo staff attualmente impegnato sul Pnrr e sui fondi di coesione, che continuerà a lavorare con Palazzo Chigi come punto di riferimento. Fitto, nel frattempo, mantiene un basso profilo in vista dell’audizione del 12 novembre, primo passo per la conferma del suo incarico come vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme presso la Commissione europea.

Intanto, riguardo altre questioni interne, si fa riferimento alla ministra Daniela Santanché, su cui pende una delicata inchiesta per presunta truffa aggravata contro l’Inps legata alla cassa integrazione per il Covid. Se la situazione dovesse precipitare, secondo esponenti dell’esecutivo, sarebbe improbabile per la ministra del Turismo mantenere il proprio incarico. Tuttavia, la sua difesa ha richiesto il trasferimento del processo a Roma, possibilità che, se accolta, potrebbe rallentare le tempistiche, permettendole di rimanere fino alla fine della legislatura. 

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