Batteri intestinali e immunoterapia: una svolta per il trattamento del melanoma
La presenza di specifici batteri intestinali nel microbiota dei pazienti con melanoma avanzato sembra poter predire l'efficacia dell'immunoterapia, in particolare dei trattamenti con inibitori del checkpoint immunitario anti-PD1. Un recente studio condotto dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dal Pascale di Napoli su un campione di 23 pazienti con melanoma non operabile ha mostrato che chi risponde meglio all’immunoterapia presenta una composizione batterica intestinale unica e più stabile durante il trattamento.
L’analisi ha rivelato che questi batteri, appartenenti prevalentemente alla classe dei Clostridia, sono fondamentali per il metabolismo delle fibre alimentari, migliorando la salute intestinale e supportando la funzione dei linfociti, cellule chiave del sistema immunitario. La stabilità di questi batteri durante la terapia sembra favorire una risposta clinica positiva, dato che contribuiscono a generare peptidi che imitano la struttura degli antigeni del tumore. Questo processo attiva linfociti specifici che possono riconoscere e attaccare le cellule cancerose, potenziando così la risposta antitumorale. La scoperta di questa “mimetizzazione” batterica apre alla possibilità di creare un vaccino terapeutico basato su questi peptidi, che potrebbe amplificare l'efficacia dell'immunoterapia stessa.
A livello sperimentale, studi come questo stanno aprendo la strada a screening personalizzati per individuare pazienti che potrebbero beneficiare dall'immunoterapia, evitando effetti collaterali per coloro che, al contrario, mostrano resistenza al trattamento. Inoltre, la ricerca suggerisce che un approccio combinato con dieta ricca di fibre e probiotici potrebbe essere utilizzato per migliorare il microbiota intestinale, aumentando il potenziale di risposta positiva alla terapia.
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