Manovra 2025 e sanità: Gimbe segnala un deficit di 19 miliardi entro il 2030

La Fondazione Gimbe ha espresso preoccupazione riguardo alla Legge di Bilancio 2025, evidenziando che le risorse stanziate sono insufficienti per affrontare le necessità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Durante un'audizione presso le Commissioni Bilancio di Camera e Senato, il presidente Nino Cartabellotta ha sottolineato che il finanziamento previsto non copre le misure pianificate, lasciando scoperte priorità fondamentali per la sanità pubblica.

manovra 2025

Secondo l'analisi di Gimbe, il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) subirà una riduzione in rapporto al PIL, passando dal 6,12% nel 2024 al 6,05% nel 2025 e 2026, fino a scendere al 5,7% nel 2029. Questo trend indica un disinvestimento continuo nella sanità pubblica, iniziato nel 2012 e proseguito con vari governi. Nonostante l'aumento nominale del FSN, la quota di PIL destinata alla sanità diminuisce, evidenziando una mancanza di priorità nel rafforzamento del SSN.

L'analisi dettagliata delle misure previste nella manovra rivela un divario significativo tra i costi stimati e le risorse allocate. Per il periodo 2025-2030, le misure previste ammontano a 21.365 milioni di euro, a cui si aggiungono 7.649 milioni per i rinnovi contrattuali del personale sanitario. Questo porta a un totale di oltre 29 miliardi di euro, mentre le risorse stanziate sono circa 10,2 miliardi, creando un deficit di quasi 19 miliardi. Di conseguenza, le Regioni potrebbero essere costrette a ridurre i servizi o aumentare le imposte regionali per colmare questa lacuna.

La manovra omette anche priorità cruciali per la sostenibilità del SSN, come un piano straordinario di assunzioni di medici e infermieri, l'abolizione del tetto di spesa per il personale e risorse adeguate per rendere il SSN più attrattivo. Inoltre, mancano fondi per affrontare il payback sui dispositivi medici e per gestire il superamento del tetto di spesa della farmaceutica diretta. Anche l'aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rischia di essere posticipato a causa dell'insufficienza delle risorse stanziate.

Per affrontare queste criticità, la Fondazione Gimbe ha proposto diverse strategie, tra cui l'aumento delle risorse per la sanità attraverso la riallocazione da altri capitoli di spesa pubblica o l'introduzione di tasse specifiche su prodotti nocivi per la salute, come sigarette, alcol e bevande zuccherate. Inoltre, suggerisce una riforma della sanità integrativa per coprire meglio i bisogni di salute e un piano nazionale per eliminare sprechi e inefficienze nel sistema sanitario.

Le opposizioni hanno reagito alle osservazioni di Gimbe. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato il governo per i tagli alla sanità pubblica, sottolineando che il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha definito la situazione una "emergenza nazionale" e ha proposto di destinare le risorse previste per gli armamenti al potenziamento del SSN. Angelo Bonelli, portavoce nazionale di Europa Verde, ha accusato il governo di favorire la sanità privata a scapito di quella pubblica, evidenziando la necessità di investire nel SSN per garantire cure adeguate a tutti i cittadini.

La Fondazione Gimbe evidenzia che la Manovra 2025 non prevede un adeguato finanziamento per il SSN, con un deficit stimato di 19 miliardi di euro entro il 2030. Questo potrebbe compromettere la sostenibilità del sistema sanitario pubblico, richiedendo interventi urgenti per garantire il diritto alla salute dei cittadini italiani.

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