Malattie vascolari responsabili del 22% dei decessi annuali

Le malattie vascolari, che colpiscono arterie, vene e sistema linfatico, rappresentano una delle principali cause di mortalità in Italia, essendo responsabili del 22% dei decessi annuali. Queste patologie, spesso sottovalutate, possono portare a gravi conseguenze, inclusa l'amputazione di arti, con circa 10.000 amputazioni effettuate ogni anno nel Paese.

Secondo il professor Gaetano Lanza, presidente della Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE), è fondamentale affrontare le malattie vascolari con la stessa determinazione riservata a infarti, ictus e tumori. Per questo motivo, è stata istituita la Consulta per le Malattie Vascolari, che riunisce le principali società scientifiche del settore e gode del patrocinio di Agenas e dell'Istituto Superiore di Sanità. L'annuncio è stato fatto in occasione dell'apertura di Welfair 2024, la Fiera del fare sanità, in programma dal 5 al 7 novembre presso la Fiera di Roma.

malattie vascolari

Le malattie vascolari includono condizioni come ischemie degli arti, aneurismi, ostruzioni carotidee, aterosclerosi, flebopatie e linfopatie, oltre a tumori vascolari. Queste patologie sono tra le principali cause di mortalità e invalidità nel Paese, posizionandosi subito dopo l'infarto miocardico (28%) e l'ictus cerebrale (25%) in termini di decessi. L'incidenza di queste malattie è in costante aumento, complice l'invecchiamento della popolazione e la diffusione di fattori di rischio come ipertensione arteriosa, diabete mellito, dislipidemie, obesità, fumo, inquinamento e stili di vita non salutari.

Una caratteristica peculiare della malattia arteriosa degli arti inferiori è il suo ruolo come indicatore di rischio per altre patologie arteriose. I pazienti affetti da arteriopatia periferica presentano un rischio elevato di sviluppare patologie coronariche o carotidee, aumentando la probabilità di infarti e ictus. Inoltre, le flebopatie croniche e acute possono portare a embolie polmonari, con rischio di morte improvvisa.

La popolazione maggiormente colpita comprende oltre 4 milioni di persone che vivono sole, 800.000 in cure palliative e almeno 650.000 con disabilità. In particolare, la malattia aterosclerotica degli arti inferiori (Aocp) colpisce oltre il 20% dei pazienti con più di 70 anni e, se non adeguatamente trattata, può evolvere in ischemia critica, responsabile del 50% delle amputazioni, con oltre 11.000 casi ogni anno in Italia. È stato evidenziato che oltre il 50% dei pazienti amputati non ha ricevuto un percorso di cura adeguato e tempestivo.

La Consulta per le Malattie Vascolari nasce con l'obiettivo di portare queste patologie al centro dell'attenzione e della pianificazione sanitaria, dialogando con le istituzioni, i decisori sanitari e i cittadini. Tra le società scientifiche coinvolte figurano la Società Italiana di Chirurgia Vascolare ed Endovascolare (SICVE), l'Associazione Flebologica Italiana (AFI), il Collegio Italiano di Flebologia (CIF), la Società Italiana di Flebologia (SIF), la Società di Flebolinfologia (SIFL), la Società per lo Studio delle Anomalie Vascolari (SISAV) e l'Associazione Pazienti Prevenzione Malattie Vascolari (TTT).

È essenziale sviluppare programmi di educazione, prevenzione, diagnosi, cura e presa in carico dei pazienti per ridurre l'impatto sociale ed economico di queste patologie. Ad esempio, la malattia venosa cronica (MVC) interessa il 40% della popolazione generale e incide per il 2% dell'intera spesa sanitaria.

Nel campo delle anomalie vascolari, malattie rare che colpiscono tra il 4% e il 10% della popolazione, l'Italia ha accumulato una significativa competenza chirurgica. Tuttavia, è necessario investire in almeno tre centri specializzati pubblici sul territorio nazionale per garantire un trattamento adeguato, soprattutto per i giovani pazienti che affrontano queste patologie invalidanti.

Anche i linfedemi cronici degli arti rappresentano patologie altamente invalidanti, spesso presenti in pazienti giovani, richiedendo attenzione e interventi specifici per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti.

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