Con l'elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, emergono interrogativi sul futuro del conflitto tra Ucraina e Russia. Trump ha spesso dichiarato che, sotto la sua amministrazione, la guerra non sarebbe mai iniziata e ha promesso di facilitare un rapido accordo tra il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky.
Da Kiev, il presidente Zelensky si è congratulato con Trump per la "sua impressionante vittoria elettorale". In un post su X, ha ricordato il loro incontro di settembre, durante il quale hanno discusso del partenariato strategico tra Ucraina e Stati Uniti e dei modi per porre fine all'aggressione russa. Zelensky ha espresso apprezzamento per l'approccio di Trump alla "pace attraverso la forza" e ha auspicato una cooperazione politica ed economica reciprocamente vantaggiosa. Ha inoltre sottolineato l'importanza del continuo sostegno bipartisan all'Ucraina da parte degli Stati Uniti.
Da Mosca, la reazione ufficiale è stata più cauta. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato di non essere a conoscenza di piani del presidente Putin per congratularsi con Trump, ricordando che gli Stati Uniti sono coinvolti in una guerra contro la Russia. Peskov ha aggiunto che Mosca valuterà Trump sulla base dei fatti e ha sottolineato che gli Stati Uniti potrebbero contribuire a porre fine al conflitto in Ucraina, ma che ciò non avverrà dall'oggi al domani.
Nel frattempo, Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, ha espresso scetticismo riguardo a Trump, affermando che, sebbene il sistema politico possa ostacolarlo, Trump è un uomo d'affari che non vuole sprecare denaro per alleati inutili.
L'elezione di Trump solleva quindi interrogativi sul futuro del sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina e sulle dinamiche del conflitto con la Russia. Mentre Zelensky spera in una cooperazione rafforzata, Mosca adotta un atteggiamento attendista, in attesa di vedere le azioni concrete della nuova amministrazione americana.