Rinnovo del contratto per i dipendenti pubblici: settimana lavorativa di 4 giorni, aumenti salariali e ampliamento dello smart working
È stata firmata l'ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del comparto Funzioni Centrali per il triennio 2022-2024, riguardante circa 195.000 dipendenti di ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici economici. L'accordo prevede un incremento salariale medio mensile di 165 euro per tredici mensilità, equivalente a un aumento del 6%. A questi si aggiungono arretrati medi di circa 1.000 euro, calcolati fino a dicembre 2024.
Una delle principali novità è l'introduzione sperimentale della settimana lavorativa di quattro giorni, mantenendo le 36 ore settimanali distribuite su quattro giornate da nove ore ciascuna, più la pausa. Questa modalità sarà attuabile su base volontaria, con l'assenso del lavoratore e a discrezione delle singole amministrazioni, garantendo comunque l'erogazione dei servizi.
L'accordo introduce anche misure per una maggiore flessibilità lavorativa, ampliando le possibilità di smart working in base alle esigenze delle amministrazioni. Inoltre, viene promossa la gestione dell'età lavorativa ("age management"), incentivando il mentoring tra dipendenti esperti e nuovi assunti, e il reverse mentoring per migliorare le competenze digitali dei lavoratori più anziani.
Nonostante queste innovazioni, l'accordo non ha ottenuto l'adesione di Cgil e Uil. I segretari generali di Fp Cgil e Uil Pa, Serena Sorrentino e Sandro Colombi, hanno espresso insoddisfazione, ritenendo che il testo non offra risposte adeguate ai lavoratori del comparto. Hanno inoltre annunciato assemblee informative in tutto il Paese e uno sciopero previsto per il 29 novembre.
Il presidente dell'Aran, Antonio Naddeo, ha sottolineato l'importanza di queste misure per rendere più attrattivo il lavoro nella Pubblica Amministrazione, valorizzando le competenze dei dipendenti e promuovendo un nuovo patto intergenerazionale.
Questo rinnovo contrattuale rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione del lavoro pubblico, introducendo maggiore flessibilità e riconoscendo l'importanza dell'equilibrio tra vita professionale e personale.
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